(A. GHIACCI) – Due partite da titolare, prime due vittorie per la nuova Roma e sei punti messi da parte. Due partite da titolare e due assist, sempre per Osvaldo. Due partite da titolare per capire che con tutta probabilità Aleandro Rosi è l’esterno destro cui Luis Enrique si affiderà spesso. (…)
CONCORRENZA – Ne ha superati di compagni Rosi, almeno un paio. Cicinho, che Luis Enrique aveva detto di apprezzare, e Cassetti, ormai forse avviato più sulla strada dell’essere considerato il quinto difensore centrale. Senza contare che in estate è stato ceduto in prestito al Bari il giovane Crescenzi che nel piano- giovani e dopo il ritiro estivo svolto con i “grandi” a Riscone sembrava destinato non solo a restare ma anche ad essere un’alternativa importante. Dal mazzo invece è rispuntato Rosi, romano, romanista, frutto del vivaio di Trigoria, ventiquattro anni compiuti lo scorso maggio. In più di tutti gli altri ha sicuramente le doti dell’esterno che serve al gioco che ha in mente la Roma.
FIDUCIA – Con la fiducia dell’allenatore arriva il resto. Rosi ha dato il suo contributo nei successi di Parma e dell’Olimpico con l’Atalanta. Per lui, dopo essere stato impiegato poco sia lo scorso anno con Ranieri e Montella, sia nelle prime uscite con Luis Enrique, è una sorta di rinascita. Ha capito che questo può essere il suo anno, la stagione che lo può portare ad essere un giocatore importante. E si è messo lì, a capire i movimenti, i tempi giusti per affondare. Con Josè Angel dalla parte opposta rappresenta la coppia di ali della Roma, valori aggiunti quando “scendono”. Rosi sta lavorando per migliorare nella fase difensiva, sabato con l’Atalanta è stato molto attento. Poi, quando c’è da catapultarsi in avanti, l’esterno non ha nulla da invidiare a nessuno grazie alla facilità di corsa e alle grandi doti fisiche. La Roma ora se lo tiene stretto, Rosi non vuole mollare, è pronto a cavalcare il momento positivo. Magari regalando un’altro assist alla prossima partita. E la prossima partita è il derby.