(A.Ghiacci) Luis Enrique può cambiare. In che senso? Nel senso che le sue “regole” non sono poi così intoccabili. E allora, come dopo le prime uscite, quando la Roma sembrava giocare troppo in orizzontale e il tecnico spagnolo aveva dato segnali di saper ovviare al suo credo correndo ai ripari da quel punto di vista, stavolta potrebbe stravolgere un’altra delle sue convinzioni. Il bosniaco ha lavorato con il gruppo soltanto ieri ma Luis Enrique punta su di lui per affondare i colpi. Puntando da subito su Pjanic per l’undici iniziale da opporre oggi pomeriggio al Milan. Spieghiamo. Uno dei criteri di scelta della formazione è sempre stato l’allenamento: Luis Enrique ha dimostrato e detto che l’impegno durante il lavoro settimanale, la qualità di questo e il numero di sedute svolte per intero con il gruppo (nel caso degli infortunati in procinto di rientrare) erano alcune delle basi per decidere. Stavolta, evidentemente, si cambia. Perché se davvero dovesse essere scelto Miralem Pjanic, va ricordato subito che il giovane bosniaco ha svolto completamente con il gruppo il solo allenamento di ieri.
CORRIERE DELLO SPORT. E Pjanic è guarito. Pronto a giocare
NECESSITA’ – Luis Enrique deve essersi accorto dell’importanza dell’ex Lione per il gioco della Roma, specialmente negli ultimi venti metri, quando si tratta di affondare i colpi dopo il prolungato possesso svolto sulla trequarti avversaria. Dopo l’infortunio di Totti, Pjanic ha svolto il ruolo di trequartista dimostrando di avere la stoffa vera per ricoprire quel ruolo. Dalla parte finale della partita con l’Atalanta a tutto il derby: Pjanic ha sfornato due assist, due tocchi illuminanti, entrambi dal limite dell’area, Simplicio
Serve più velocità negli ultimi venti metri: ecco l’uomo degli assist prima e Osvaldo poi hanno ringraziato e appoggiato in rete. Soprattutto nello scambio cha ha portato al gol Simplicio contro il Palermo, Pjanic è stato perfetto: nulla di particolare o di inventato all’istante, semplicemente l’uno-due basilare nel calcio, e il tocco di ritorno era un invito a nozze per il brasiliano.
TOCCO – Miralem Pjanic nasce uomo dell’ultimo passaggio. I suoi piedi, la sua corsa, i movimenti e la carriera, parlano di un giocatore da quella zona di campo. Tecnica sopraffina, velocità e naturalezza per l’imbucata smarcante. Il fatto che inizialmente Pjanic sia stato schierato come interno di centrocampo, fa parte del disegno che la Roma sta inseguendo: avere il maggior numero di giocatori di qualità schierati insieme in campo. Se fosse arrivato Alvarez, inseguito dalla Roma e poi finito all’Inter, sarebbe partito da intermedio. E Alvarez, lo abbiamo visto, è un trequartista. L’idea tanto cara alla nuova Roma, presuppone necessariamente la presenza di tanti piedi buoni in campo: non si potrebbe altrimenti attuare il lungo fraseggio volto al possesso-palla e al controllo assoluto del gioco in campo.
RIENTRO – Contro il Palermo, L’ex Lione ha superato i problemi muscolari Da lui il tecnico si attende molto dopo la prova nel derby Pjanic è stato costretto a dare forfait. Il bosniaco arrivava da un periodo di iperattività tra impegni con la Roma e con la sua nazionale. Alla vigilia della sfida ai rosanero, nell’ultimo allenamento, aveva lasciato la seduta poco prima della fine toccandosi la coscia sinistra. Ha saltato anche il turno infrasettimanale sul campo del Genoa. In causa, in attesa del rientro di Totti, è stato chiamato Lamela. L’argentino ha debuttato con il gol e una buona prestazione contro il Palermo, ma è praticamente sparito a Marassi, dove ha giocato solo poco più di un tempo prima di essere sostituito. Pjanic nel frattempo ha risolto il suo problema muscolare. E per il Milan Luis Enrique, con tutta probabilità, gli chiederà di andare in campo. Normalmente, si sarebbe aspettato un po’, reinserendo il giocatore per gradi. Stavolta no. Luis Enrique ci punta, è pronto a non badare al fatto che Pjanic sia rientrato in gruppo soltanto ieri. E ieri in conferenza il tecnico ha detto «può giocare…» . Il viso di Pjanic appare più maturo di quello di un ventunenne. E’ pronto a riprendersi la squadra sulle spalle e non si tirerà indietro. In una partita, dopo il ko di Genova, che per la Roma ha già un valore molto importante.