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CORRIERE DELLO SPORT. Roma americana d’ispirazione inglese

Thomas DiBenedetto

(A.Ghiacci) Più passano i giorni e più si capisce la nuo­va Roma. I piani di interven­to sono molteplici, tutti aper­ti, e i ritmi di lavoro continua­no ad essere forsennati.

Ognuno ha le sue mansioni, tutti i dirigenti sanno come muoversi, tra di loro c’è chia­ramente la massima fiducia. Quello che sembra ormai chiaro però è che una volta sistemati tutti i tasselli, la Ro­ma sarà individuabile fonda­mentalmente in un asse di cinque persone. Presidente, direttore generale, ammini­stratore delegato, direttore sportivo e allenatore: vale a dire Thomas DiBenedetto, Franco Baldini, Claudio Fe­nucci, Walter Sabatini e Luis Enrique. Il vero fulcro delle decisioni, nel giro di un anno, sarà questo. Chiaro che poi, a partire per esempio dai membri del prossimo consi­glio di amministrazione, ci saranno altre figure più o me­no importanti. Consiglieri va­ri, uomini di fiducia, con Uni­credit in quota di minoranza pronta però a dire la sua. 

AMERICA – L’ala americana­giallorossa è vasta, non si esaurisce con gli 8 membri del CdA. James Pallotta, l’unico dei soci di DiBenedet­to ad essersi finora presenta­to a Roma più di una volta, ha dei suoi manager ai quali non rinuncia facilmente. Mr. Tom si fida di James e il giro è completo: anche a Londra Sean Barror e Mark Pannes non hanno lasciato per un se­condo il presidente della Ro­ma. Che ascolta tutte le “drit­te” dei due esperti di sport­business ai massimi livelli, uomini del fondo Raptor. Dallo spettacolo della partita si arriva all’ultimo dei gad­get in circolazione, ci credo­no, si stanno muovendo con questa linea, la stessa che in America, negli sport tipici statunitensi, baket, football, baseball, si usa da anni. Con risultati eccezionali. 

STADIO – Come dichiarato dal­lo stesso presidente DiBene­detto lo stadio resta la priori­tà della nuova Roma. Altri­menti tutte le belle parole spese finora lascerebbero un po’ il tempo che hanno trova­to. E in quest’ottica il tour di Mr. Tom degli impianti in­glesi, dopo Stamford Bridge nel quale è stato ospite, non si è fermato. Ha tirato anco­ra fino a tardi al tavolo di un bel ristorante londinese gio­vedì notte, poi il numero uno giallorosso ieri mattina era di nuovo in azione. Gli stadi in­glesi sono sicuramente un modello: la Roma vuole uno stadio per il calcio, più o me­no cinquantamila posti, da far finanziare da investitori e sponsor internazionali dopo aver raggiunto con questi ac­cordi commerciali. DiBene­detto ieri ha visitato l’Emira­tes, accompagnato dagli ar­chitetti Lee e Meis, profes­sionisti che si sono già occu­pati anche di Wembley e del City of Manchester, oltre che dello stadio dell’Arsenal. 

COMUNICATO – Intanto ieri il club giallorosso ha emesso sul suo sito un comunicato fi­nanziario che riepiloga quan­to accaduto finora. Eccolo: «Nell’esercizio sociale appe­na concluso, le attività e le azioni della Società sono pro­seguite al fine di consolidare il progetto di valorizzazione e di crescita tecnico-sportiva,seppur in una fase particola­re di transizione conseguente alle modifiche degli assetti proprietari, che hanno deter­minato, dopo oltre diciotto anni, il passaggio delle pro­prietà dalla Famiglia Sensi al gruppo di imprenditori ame­ricani rappresentati da Tho­mas Richard Di Benedetto, unitamente a Unicredit S.p.A. La campagna abbonamenti del 2010/2011, si è chiusa con la sottoscrizione di 19.052 ab­bonamenti, in flessione del 23%, rispetto all’esercizio pre­cedente (24.861), che hanno generato ricavi per 6,4 milio­ni di euro (7,5 milioni di euro, nell’esercizio precedente), negativamente influenzata dall’impatto avuto sulla tifo­seria dall’introduzione della “tessera del tifoso”. Nell’eser­cizio, la gestione operativa del parco calciatori la gestio­ne finanziaria netta risulta negativa per 3,2 milioni di eu­ro. Nell’esercizio, gli investi­menti in diritti effettuati dal­la Roma sono stati pari a complessivi 24,1 milioni di euro. Il bilancio consolidato dell’esercizio al 30 giugno 2011, chiude registrando un risultato netto consolidato ne­gativo per 30,5 milioni di eu­ro (21,8 milioni di euro, al 30 giugno 2010). Il Patrimonio netto consolidato al 30 giugno 2011 è negativo per 44 milio­ni di euro. La posizione finan­ziaria netta consolidata è ne­gativa per 53,8 milioni di eu­ro »

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