(R.Loria) – Il tremendo impatto con Lucio a San Siro, la carambola di Kucka a Marassi mercoledì scorso, tre gol nati da colpi di testa in una sola partita, quella di ieri sera contro i campioni d’Italia.
Forse Marteen Stekelenburg non si aspettava un inizio così in salita della sua avventura italiana, tra infortuni, un po’ di sfortuna e le difficoltà di un reparto che non riesce ancora a scambiarsi reciproche sicurezze con il portiere olandese. Contro il Milan a Stekelenburg non sono bastati i 197 centimetri di altezza per evitare a Ibrahimovic due volte e a Nesta di segnare i gol che hanno condannato la Roma alla seconda sconfitta consecutiva. Gol che gli hanno anche fatto perdere il duello tutto olandese con Van Bommel. Tre conclusioni nello specchio della porta e tre gol incassati. Per il resto il portiere non ha dovuto certo fare miracoli contro gli attaccanti di Allegri, nonostante una difesa che lì davanti, anche contro il Milan, non è sembrata uno scudo impenetrabile, confermando le perplessità nate anche nelle precedenti partite.
DELUSO – La delusione a fine partita gli si legge negli occhi e il portiere della nazionale orange si ferma a parlare solo quando vede i microfoni della televisione olandese. Poche battute nella sua lingua madre per raccontare di una squadra che ancora non è riuscita a trovare il bandolo della matassa: «Direi che abbiamo giocato decisamente meglio nel secondo tempo rispetto al primo perché siamo rientrati molto più vogliosi e decisi a riprendere la partita e vincerla». E’ questa l’analisi dei novanta minuti giocati contro il Milan da parte del numero uno di Luis Enrique.
LAVORO – Una sconfitta che mette la Roma di Luis Enrique di fronte a un’evidenza inequivocabile: la strada da percorre è ancora tanta. Stekelenburg è il primo a saperlo: «Su cosa dobbiamo lavorare? Sono tanti gli aspetti da migliorare. C’è ancora molto lavoro da fare. Stiamo lavorando e sicuramente riusciremo a uscire da questo momento e a ricominciare a vincere». Si spera presto