(G. PIACENTINI) –Luis Enrique piegato sulle ginocchia mentre Reja esulta sotto la Nord. È questa l’immagine del derby romanista, il primo per il tecnico spagnolo. Quando si presenta davanti alle telecamere, la partita è finita da quasi un’ora, eppure Lucho sembra ancora in trance agonistica. «Mamma mia che finale. Un peccato per noi, per come si era messa la partita. Quando credevamo di aver raggiunto il pareggio, non abbiamo avuto la fortuna di cui avevamo bisogno». Il rammarico maggiore è per non aver chiuso la partita nel primo tempo.«Dovevamo fare di più, senza dubbio. L’inizio è stato buono per noi con situazioni di possesso palla e inserimento delle punte e delle seconde linee. Dopo 10-15 minuti non siamo riusciti a giocare la palla come volevamo, la Lazio ha rischiato di più perché doveva recuperare».
Kjaer è stato uno dei protagonisti negativi, ha sorpreso molto la scelta di tenere Burdisso in panchina. «Burdisso ha fatto un viaggio incredibile. Dopo le partite è facile parlare mai io cerco di fare sempre la scelta migliore. Sono contento dello sforzo dei miei calciatori, la Lazio ha fatto un buon secondo tempo. È un peccato aver ceduto in pieno recupero. Quando si perde è più facile evidenziare gli errori di un calciatore ma noi siamo una squadra e dobbiamo fare tutto insieme. Purtroppo ci sono state due situazioni di cambio su cui non ho potuto fare nulla: un’espulsione e un infortunio». Nessun commento sull’arbitraggio di Tagliavento. «Io non parlo mai dei direttori di gara. È impossibile dalla panchina vedere meglio dell’arbitro».
Sulla stessa lunghezza d’onda Daniele De Rossi. «Tagliavento è il migliore d’Italia, non è giusto dare la colpa a lui o piangere davanti alle telecamere, al laser e via dicendo. Lo lascio fare ad altri». La sensazione è che la Roma abbia perso una grande occasione. «Potevamo andare a pochi punti dalla vetta, il discorso morale è influenzato ovviamente dalla sconfitta. Sto malissimo, non è la prima volta che mi succede ma questo è il prezzo da pagare quando ne vinci cinque di seguito e ne perdi uno dopo anni. Rimanere in dieci dopo cinque minuti del secondo tempo cambia tutto, si fa fatica. Anche tatticamente è stata dura dopo il rosso a Kjaer e in qualche frangente non riuscivamo a tenere palla». Meno diplomatico Pizarro («Dopo i furti non parlo») in zona mista mentre Bojan guarda al futuro. «Si è visto – le parole dello spagnolo – che quando la Roma gioca a calcio è superiore. Nel primo tempo abbiamo dominato, dovevamo raddoppiare e chiudere la gara. Tutti noi volevamo vincere, adesso dobbiamo guardare avanti e provare a vincere la prossima partita».
Dopo il gol Osvaldo, al quarto centro nelle ultime quattro partite, ha sfoggiato una maglietta «commemorativa»: «Vi ho purgato anch’io» il messaggio, a metà tra la citazione e la dedica del più famoso «Vi ho purgato ancora» mostrato da Totti l’11 aprile ’99. «Una dedica al nostro capitano, gliela avevo promessa». La cosa certa è che non ha portato fortuna..