(A.Catapano) – Carezze dal vento, schiaffoni dal Genoa. Quassù, è sempre la solita storia raccontata da Paolo Conte: la Roma si presenta con quella faccia un po’ così, gioca insicura, e finisce inghiottita.
E proprio come dice la canzone, da queste parti vorrebbe non tornarci più. La meglio gioventù L’attacco dei bimbi (60 anni in tre!) è una bella suggestione, ma rimane tale. Il gol è un regalo di Borriello e Bovo e premia il più strutturato dei tre attaccanti, il tignoso Borini.«Sono felice, la prima rete con la Roma non si dimentica, ma che rabbia questa sconfitta. Cosa ci manca? Libertà di pensiero e scioltezza per fare quello che ci chiede il mister». Risulterà la frase più intelligente della serata. Silenzio da Lamela, che entra ed esce dalla partita almeno dieci volte: non fai in tempo ad ammirarne un dribbling che ne denunci la scomparsa. Da Bojan, che è sempre presente, ma molto spesso finisce a terra, arrivano questi concetti: «K.o. ingiusto, dopo una delle migliori partite della Roma. Per tornare al vertice, in effetti, dobbiamo lavorare ancora molto. Con il Milan vedrete una grande partita!».
Tutti d’accordo Piano, c’è ancora da analizzare questo k.o.. Luis Enrique manda in campo la 10a formazione diversa, la squadra ritrova il possesso palla e perde. Sarà un caso? La filosofia di Luis piace a tanti, ma la sintesi sfugge: dove porterà tutto ciò? Dice lo spagnolo: «Abbiamo perso, ma questa è la Roma che mi piace. Ho solo questa proposta: tenere il pallone e giocare all’attacco. Non sono stato scelto per proporre una squadra difensiva». Bene. E in effetti concordano tutti, soprattutto gli avversari. A Leandro Greco la Roma è piaciuta. «Abbiamo dominato, ci condannano due episodi, non meritavamo di perdere. Presto arriveranno gol e risultati». «Sono d’accordo — gli fa eco Simone Perrotta, schierato ancora da terzino —: questa è la strada giusta, dobbiamo insistere. Cosa ci si può rimproverare? Abbiamo giocato solo noi, il Genoa ha badato a difendersi, è assurdo tornare a casa con zero punti». DiBenedetto & co. Non il modo migliore per presentarsi all’assemblea dei soci di oggi, la prima da presidente. Tom al Ferraris aveva tutto lo stato maggiore al suo fianco: Tacopina, Cappelli, Fenucci, Baldini e Sabatini. L’a.d. Fenucci era reduce da un incontro a Torino con il presidente della Kappa Marco Boglione. Il d.s. Sabatini è il dirigente scelto per il commento post-gara: «Non siamo contenti di aver perso, ma questo k.o. sarà importante per la nostra crescita. A volte ci si può accontentare di un pareggio, ma noi all’allenatore abbiamo chiesto un’inversione di tendenza, con la mentalità di Luis Enrique vinceremo tante partite».E allora perché i due sono stati visti discutere vivacemente di calcio prima di lasciare Marassi?