(A.Pugliese) Buon per loro che il tunnel dell’Olimpico abbia il tetto alto. In due, Maarten Stekelenburg e Zlatan Ibrahimovic fanno quasi quattro metri e rischierebbero di sbattere la testa per guardarsi negli occhi, magari abbracciarsi e ricordarsi quando ad Amsterdam erano poco più che bambini.
Erano già due giganti: uno, biondo, con il viso d’angelo, l’altro con quello da cattivo. Oggi pomeriggio, prima di entrare in campo, potrà capitare che Stekelenburg incroci lo sguardo anche con Boateng, un altro con cui non litigare in mezzo alla strada. Maarten, fermalo tu il Milan con le facce da duri.
CHE INTRECCI Stekelenburg e Ibrahimovic si conoscono, e uno ha visto crescere l’altro. Zlatan era in panchina nel giorno del debutto di Steke in prima squadra: era l’11 agosto del 2002, Supercoppa d’Olanda, con l’Ajax che vinse 3-1 e Ibra che entrò al 76′ al posto di Mido. Assieme, oltre a quella Supercoppa, Ibra e Steke hanno festeggiato anche un campionato olandese (stagione 2003-2004), prima che Zlatan compiesse il grande salto. In quegli anni, lo svedese era un obiettivo della Roma, prima di finire alla Juventus, mentre a Roma sarebbe sbarcato proprio l’egiziano. In quella Supercoppa, nel centrocampo del PSV c’era anche Mark van Bommel: né un gigante né uno con la faccia da cattivo, ma pur sempre un pericolo per la Roma che, si sussurra, potrebbe rivedere in tribuna addirittura Carlos Bianchi.
CHE SFORTUNA Segnalato il caos nato su De Rossi — visto a Milano ma solo per accompagnare la fidanzata — tutto si può dire tranne che Stekelenburg finora sia stato un amuleto: la maledizione dei numeri uno ha colpito anche lui che, da quando veste giallorosso, ha vinto solo una partita, domenica scorsa contro il Palermo, risultando pure decisivo. Parecchia sfortuna, per il resto: tante giornate amare e un derby perso al rientro dall’infortunio di San Siro nonostante il coraggio mostrato nelle uscite. Quello stesso coraggio che, forse, a Genova avrebbe potuto evitare la frittata, anche quella arrivata nei minuti finali come il gol di Klose.
CHE PARATE Dieci anni fa, Maarten mai si sarebbe immaginato di ritrovarsi contro il Milan di Ibra nel campionato italiano. Si sono visti di recente nell’ultima Champions: due partite, quattro punti su sei all’Ajax, anche se nonostante le parate di Stekelenburg fu proprio Ibra a segnare all’Amsterdam Arena. C’era Stekelenburg in porta nel giorno in cui Ibra punì la Roma in Champions, l’11 dicembre 2002, grazie anche a una papera di chi difendeva la porta giallorossa, Antonioli; non c’era Stekelenburg nella gara di ritorno, quando tra i pali dell’Ajax c’era un altro romanista, Bogdan Lobont. Finì 1-1, a Van der Meyde rispose Cassano. Ah, oggi ci sarà anche lui.