(A.Pugliese) Stavolta ci ha provato Zahavi a mandarlo fuori giri e anche Luis Enrique, a fine partita, ha «registrato» la mossa. Ma nonostante non abbia più la libertà di inizio stagione, Daniele De Rossi ieri ha fatto pesare il suo spessore. Ha sofferto, come tutti, fino alla fine, per poi gioire per una vittoria pesantissima. «Non voglio sembrare esagerato, ma questa con il Palermo era una partita quasi più importante del derby, vista quella batosta all’ultimo minuto — dice Daniele a fine gara — Abbiamo vinto soffrendo, dopo una buona partita. Siamo stati più compatti che con la Lazio, ho visto sprazzi di un gruppo vero e di una squadra vera».
Verso il rinnovo La Roma, con la vittoria di ieri, si è rilanciata, nel gruppo delle primissime. «Non stare lì dopo 7 gare sarebbe stato gravissimo, nonostante la rivoluzione e i cambiamenti — continua De Rossi — José Angel? L’ho ripreso, ma poi sono andato ad abbracciarlo. Mi dispiace quando mi arrabbio con i più giovani. Secondo me lui come terzino sinistro può diventare un fuoriclasse, con un pizzico di scaltrezza e cattiveria in fase difensiva». Parole da capitano, proprio come lo spirito. Ed allora il contratto non dovrebbe essere un problema. «Ha già detto tutto Sabatini, non è cambiato nulla». Vero. Ma per ribadire il concetto, Sabatini ieri ci è tornato su. «Daniele vuole giocare tutta la vita a Roma, la percentuale che il rinnovo si faccia è altissima — ha detto il direttore sportivo giallorosso —. E anche noi vogliamo tenerlo con noi, troveremo sicuramente un accordo».
Stella argentina Un accordo per il futuro, quello stesso futuro che ha cominciato a scrivere ieri Erik Lamela, il gioiellino argentino che si è presentato all’Olimpico con quel sinistro magico a giro. «Bello no? Ma io so che Erik sa fare anche molto di meglio», ha detto ieri papà José, felice all’Olimpico per la prodezza del figlio. A confermarlo, anche le parole dello stesso De Rossi: «Mi sembra bravo, ha tirato quella pigna, come si dice a Roma, da giocatore esperto». E lui? Erik ha parlato a metà partita «Sono molto contento di come sta giocato la squadra, dobbiamo continuare così», per poi dedicarsi a Twitter: «Felice per l’esordio e per la vittoria». Alla fine, invece, è proprio Luis Enrique ad usare le parole migliori: «Erik è un giocatore speciale, ha grande qualità, sa fare cose che altri non fanno. Ma ha soli 19 anni, deve ancora migliorare tantissimo. Ha l’atteggiamento e la voglia per farlo e questo è importante».
Felicità Ad esserne felice, però, è soprattutto Walter Sabatini, che Lamela l’ha portato in Italia. «Ma no, è un colpo della Roma — dice il d.s. giallorosso, che ieri ha dato il benvenuto all’Olimpico a Franco Baldini e oggi aspetta DiBenedetto — Ma è giovane, ha ancora tanto da lavorare, soprattutto sotto il profilo del ritmo. Deve ancora capire bene i movimenti, si è allenato poco con la squadra. Paragoni con Pastore? No, mi sono diversi. Javier ha un calcio tutto suo, Erik è più pragmatico». Con lui, però, ieri i tifosi della Roma hanno cominciato a sognare. E forse, anche lo stesso Sabatini:«La Champions League? Ci credo, certo che ci credo. Anche se di che pasta siamo lo sapremo solo dopo queste due partite con Genoa e Milan».