(il Romanista) FRANCESCO TOTTI:Poracci!! Il Romanista dà fastidio solo perché parla della Roma… Poracci!!
ROMA CLUB PALAZZO CHIGI: L’articolo ha chiaramente un taglio tendenzioso che mira ad attaccare Il Romanista con argomenti populistici che nulla hanno a che vedere con la legittimità della richiesta di contributi della cooperativa editoriale. Infatti al termine dell’articolo si enunciano i principali requisiti di legge richiesti e si afferma che “in termini legali è tutto ok”. Se le doglianze sono dovute al fatto che in un momento di congiuntura economica critica per il Paese, si elargiscano contributi alla stampa, dovrebbe essere messa in discussione l’intera legge e le altre 300 circa imprese editrici percettrici di contributi! Se poi i Romanisti Soc Coop sono l’unica tra queste imprese che edita un giornale dai contenuti calcistici, va rilevato che i contenuti informativi non rilevano ai fini del diritto ai contributi. Quindi l’attacco su cosa si basa? Ci risulta che lo scorso anno testate giornalistiche di altri “colori” abbiano presentato analoga domanda di contributi, ma dall’esame istruttorio è risultato che non sussistevano i requisiti di legge. Forse i contributi logorano chi non li ha?
TULLIO CAMIGLIERI (RESPONSABILE OPEN GATE): Trovo sorprendente che un giornale che si è sempre mosso nella prospettiva di favorire un tifo pacato e soprattutto responsabile venga accusato di utilizzare aiuti previsti da una legge dello Stato. Aiuti dei quali spesso hanno usufruito giornali fantasma che vivevano solo ed esclusivamente di queste sovvenzioni e che grazie a queste guadagnavano ed erano voce di improbabili gruppi politici organizzati solo per rubare denaro pubblico anziché aumentare l’offerta informativa del Paese.
MASSIMO D’ALEMA (EX PRESIDENTE DEL CONSIGLIO):Quella contro Il Romanista è un’aggressione priva di qualsiasi fondamento , ed è bizzaro che venga dal quotidiano proprietà del presidente del Milan. Il Romanista è un quotidiano caro a tutti noi tifosi romanisti e riceve il contributo pubblico in base a una legge meritoria fatta per sostenere la piccola editoria, grazie alla quale sopravvivono anche quotidiani come Il Foglio, e che non prevede alcuna discriminazione in base alla tipologia del quotidiano. Siamo stufi di questi attacchi a Roma e alla Roma da parte di chi ha occupato la nostra città. Esigiamo rispetto ed esprimo la mia totale solidarietà a tutta la redazione de Il Romanista.
ROBERTO NATALE (PRESIDENTE FNSI):Di questo attacco colpiscono due cose. La prima che vi venga imputato un punto di vista molto marcato. Si mette in evidenza che la denuncia è partita da siti juventini ed è stata raccolta da tifosi laziali. Ora, che si tratti di sport, che si tratti di politica avere delle opinioni non è una colpa. Anzi, dal nostro punto di vista, la stampa è tanto più ricca quanto più è plurale. Sarebbe come dire che una testata politica non può avere finanziamento pubblico perché, per definizione, esprime un punto di vista di parte. E’ come se dicessero no ai contributi al Manifesto, alla Padania, a Liberazione, a L’Unità: tutte testate che hanno punti di vista molto marcati. Vale sia per la politica che per lo sport, come nel vostro caso. Smontato il primo argomento, il secondo tema, più rilevante, è se si sia in regola o no. Capisco che, ai tempi di Lavitola, il discorso sul finanziamento pubblico susciti forti perplessità. Mettiamoci anche il clima di antipolitica in giro, con il “dagli addosso all’intervento pubblico”. Ma per quanto ci riguarda è una sola, se meritino sostegno le cooperative giornalistiche che hanno lavoro giornalistico vero. Questo è il punto decisivo. Noi, che dall’antipolitica non ci facciamo affascinare, sono anni che chiediamo al governo, ai diversi governi che si sono succeduti, di fare pulizia nei criteri di erogazione dei finanziamenti pubblici. Lo sappiamo bene che un Lavitola rischia di screditare esperienze che invece meritano sostegno. Non ci pare affatto uno spreco che vada un sostegno pubblico a testate che arricchiscono il panorama informativo. Purché questo avvenga nel rispetto delle regole, che sono: sostegno al lavoro cooperativo e presenza di lavoro giornalistico vero, certificato e riscontrabile. Criteri con i quali andiamo al confronto, proprio in questi giorni, con il Governo per chiedere una riforma dell’editoria che da troppo tempo attendiamo. E nella quale noi siamo perché chi non rispetti i contratti di lavoro non abbia un euro di finanziamento pubblico
GIUSEPPE GIULIETTI (ARTICOLO 21): E’ incommentabile. Trovo la cosa molto singolare. Speriamo che la loro teoria non la spieghino al presidente del Consiglio: per i giornali di sua proprietà dovrebbero pagare solo i suoi elettori. Al Giornale hanno taciuto sul Lavitola e parlano del Romanista. Il presidente del Consiglio continua a far pagare agli italiani una tassa sul mantenimento delle sue proprietà. Si chiama tassa sul conflitto di interesse, che gli italiani stanno pagando sotto forma di infrazioni europee: sui decoder, sulle frequenze, sulla mancata applicazione delle normative. La Rai sta perdendo ascolti a rotta di collo per obbedire a Berlusconi e gli utenti pagano. Tornando al Giornale, loro sono quelli che quando c’è una perquisizione in redazione chiedono la solidarietà a tutti, ma quello che succede ad una redazione vicina la cosa non li riguarda. MARCO
POMARICI (PRESIDENTE CONSIGLIO COMUNALE ROMA CAPITALE): Trovo assolutamente ingeneroso l’articolo di un importante quotidiano nazionale nei confronti de Il Romanista, una testata seria diretta da un fior di professionista, supportata da una redazione di livello e da tante grandi firme che vi scrivono e vi hanno scritto in questi sette anni. Quanto ai contenuti ricordo che vi sono pagine di cronaca della Capitale, di cultura, di spettacolo, non solo di sport. Consiglierei ai “detective” di alcuni siti di cercare altrove i cosiddetti quotidiani fantasma che nemmeno sono presenti nelle edicole.
LUCIANO CIOCCHETTI (VICE PRESIDENTE REGIONE LAZIO): Sono dalla vostra parte, vi ho sostenuto anche nel 2009 con una interrogazione parlamentare. Quella de Il Giornale è una presa di posizione inconcepibile. Il Romanista ha pieno diritto di prendere i contributi. Quello che avete subito è un attacco non accettabile. Vi esprimo la mia più grande solidarietà.
PAOLO BUTTURINI (SEGRETARIO STAMPA ROMANA): L’attacco nei confronti de Il Romanista mi sembra un caso di cannibalismo giornalistico in un momento particolarmente difficile dell’editoria tutta, e di quella finanziata dallo stato in particolare. Forse Il Giornale dimentica che per anni ha goduto, e in parte ancora oggi gode, di tutte le agevolazioni fiscali, contributive e tariffarie che rappresentano comunque un costo per i contribuenti. Il Romanista ha avuto accesso trasparentemente ad una legge dello stato, che non può certo essere contestata in base ai colori della squadra di appartenenza. Il Sindacato dei giornalisti è impegnato in queste ore nel discutere una riforma che, aumentando il livello di trasparenza e collegando i contributi alla qualità dell’informazione e all’occupazione, rimetta ordine in un settore nel quale hanno proliferato i Lavitola e molte false cooperative. Questo è il vero problema e non lo si affronta certo denigrando chi rispetta le regole e conserva i posti di lavoro, qualsiasi sia la fede politica, sociale o calcistica a cui appartiene.
PAOLO CENTO (SEL): Lascia letteralmente di stucco questa polemica del Giornale nei confronti di un quotidiano come il Romanista. Per tre ragioni: la prima è che il suo che non è assolutamente uno scoop giornalistico, poiché è noto a tutti che il Romanista, essendo una cooperativa editoriale, beneficia di tali contributi. Tra l’altro, il Romanista è un giornale facilmente rintracciabile nelle edicole, a Roma e nel Lazio, mentre è lecito porsi qualche interrogativo su come altri giornali utilizzino il contributo. E in questo senso, la polemica con il Romanista è la meno fondata. La seconda considerazione è che l’attacco del Giornale fa il paio con il tentativo di mettere il bavaglio all’editoria “operativa” che non è legata ai grandi gruppi economico-finanziari di questo Paese. D’altra parte, più volte, il governo ha tentato di ridurre, tagliare o addirittura eliminare i finanziamenti ai giornali e a tutte le forme di comunicazione di base. Una ragione, quindi, assolutamente politica. E’ ormai chiaro che questo governo, e il centrodestra, vogliono mettere la museruola a qualsiasi di forma di giornalismo libero e indipendente dagli stessi poteri forti. Che il calcio sia sempre più terreno di scontro tra poteri nel nostro Paese, è testimoniato dal fatto che venga coinvolto un giornale come il Romanista, che si occupa prevalentemente di calcio e, nello specifico, della As Roma. Ma penso anche a tutte le battaglie condotte dal vostro quotidiano, a partire da quelle contro Maroni e la tessera del tifoso. E’ un attacco, insomma, quello contro il Romanista, che va inserito nella campagna che il governo sta conducendo contro l’editoria libera e indipendente. Il terzo motivo, infine, è quello più calcistico, legato all’invidia sportiva. Nell’articolo si fa riferimento a siti di tifosi. Per carità, capisco che rosichino, perché non hanno un giornale dedicato alla loro squadra del cuore. Cosa possibile soltanto a Roma e solo per la squadra che rappresenta la Capitale d’Italia. Nessuno pensi, quindi, dentro a questo tentativo di imbavagliare la libera informazione, di cominciare dal Romanista. Al quale va la solidarietà sportiva, politica e civile, che deve essere forte in tutti noi.
FABIO GRANATA (FLI): La polemica sollevata dal Giornale è assolutamente fuori luogo, perché innanzitutto colpisce un bersaglio sbagliato. Se Il Romanista accede ai contributi per l’editoria previsti dalla legge è perché è nel suo diritto farlo, dal momento che, come riconosce lo stesso autore dell’articolo, rispetta quanto le normative impongono, in materia di bilanci certificati, diffusione della testata e limiti precisi ai costi e agli introiti pubblicitari. Molto ci sarebbe invece da dire riguardo a quei tanti giornali che, a fronte di una scarsa, se non addirittura nulla presenza in edicola, sono destinatari di cifre molto più consistenti e, pertanto, niente affatto giustificate. Del Romanista, che tra l’altro è un quotidiano che presta attenzione anche a tematiche di natura sociale e che esulano dallo stretto ambito calcistico e sportivo, mi piace ricordare le tante battaglie in nome della libertà di opinione e quelle condotte a difesa dei diritti del tifoso, così come le inchieste – su tutte quella dedicata a Calciopoli – che non avrebbero trovato spazio senza l’indipendenza di cui il giornale può godere anche sul piano economico. Quanto ancora all’articolo pubblicato dal Giornale, è risibile e pretestuoso utilizzare commenti tratti da forum di varie tifoserie.
MAURIZIO GASPARRI (PDL):Nessuno ovviamente sostiene che i contributi al Romanista siano arbitrari. Tutt’altro. Viviamo però un momento in cui è importante intervenire sulla spesa pubblica. E credo quindi che anche i soldi destinati all’editoria vadano spesi con maggiore parsimonia. Così come alla Camera, infatti, stiamo discutendo del dimezzamento dei parlamentari, è giusto che anche altri facciano a loro volta dei sacrifici. Si dimezzi quindi tutto ciò che lo Stato paga, visto anche che di caste ce ne sono di vario tipo.
ACHILLE SERRA (UDC): Il Romanista, i soldi del contributo statale, li sottrae forse illegittimamente? No. E quindi, è giusto che li abbia. Quella del Giornale mi sembra una polemica assolutamente infondata e che non sta né in cielo né in terra. Anche perché quei soldi non stanno in una cassa comune, dove si va e si prendono, o alla quale si possa accedere senza requisiti. Il Romanista li riceve grazie al fatto di essere perfettamente in regola con quanto prescrive la legge. E quando c’è il diritto ad averli, come in questo caso, è giusto che si diano.
MARIO BACCINI (PDL): Purtroppo sbaglia Cuomo (l’autore dell’articolo sul Giornale, ndr) a fare queste considerazioni, perché l’unico vero utile che questa legge per i contributi all’editoria ha, è quello di dare un servizio ai cittadini, soprattutto a livello sportivo e ricreativo. Se penso a quello che i giornali di partito spendono in termini di finanziamento pubblico, dico che è una vergogna.
FRANCESCO STORACE (DESTRA):Da tifoso, ma anche da azionista del Romanista, dico che la libertà di stampa consente giustamente a tutti di scrivere le cose che gli passano per la testa. Detto questo, non mi sembra il caso di imbracciare fioretto o spada. Cuomo è anche un giornalista serio, ma ritengo che questa volta si sia voluto divertire sbagliando bersaglio.
MARIO STADERINI (PARTITO RADICALE): E’ innanzitutto un problema di legalità. Se si rientra nelle regole, c’è poco da fare discriminazioni tra un tipo di opinioni o temi quali che siano. Se c’è una legge che prevede dei contributi, è giusto che venga rispettata e vi abbia accesso chi ne ha diritto. Fermo restando, ma in questo caso il discorso riguarda tutti i giornali e non solo il Romanista, che è anche giusto dire che ci troviamo oggi in una dimensione in cui i finanziamenti pubblici all’editoria, così come ai partiti, debbano essere certamente rivisti e superati.
ENZO FOSCHI (PD): Quei contributi, come testimonia la storia stessa del Romanista, servono innanzitutto per dare la possibilità di vita ad una voce libera. E’scandaloso invece che vi siano pseudo-giornali, che si dicono indipendenti ma spesso sono sostenuti da nuclei di deputati che si staccano apposta dai partiti ufficiali per far avere loro il contributo. A difesa invece del principio generale, trovo giusto che vi siano sovvenzioni come queste, soprattutto in un momento in cui la comunicazione, al pari della pubblicità, è controllata in maniera così massiccia da un uomo solo. E perché è giusto che sia garantita, a tutti i giornali che dimostrano di avere un pubblico, la possibilità di accedere a quei fondi. Senza dimenticare che questo governo, quello stesso contributo, voleva tagliarlo. E meno male che vi sono ancora, perché se pensiamo alle tante battaglie condotte dal Romanista, su tutte quella su Calciopoli, e al modo corretto e trasparente con cui il giornale ha sempre approcciato i tanti temi che si legano al calcio, c’è da chiedersi chi avrebbe potuto fare altrettanto. Una polemica, quindi, che non esiste. Quanto all’indignazione dei tifosi di altre squadre, lo facessero anche loro un quotidiano. Sempreché gli riesca di venderlo…
ROBERTO GIACHETTI (PD): Cominciamo col dire che i contributi destinati all’editoria dalla Presidenza del Consiglio vengono dati in ragione di regole ben precise, e a prescindere dal fatto che un giornale si occupi di moda, sport o quant’altro. Sono regole che riguardano soprattutto giornali che non possono beneficiare di altri finanziamenti e altri particolari introiti. E, purtroppo, non fanno neanche alcuna distinzione rispetto al numero di copie che i giornali vendono, altrimenti molti di quelli che percepiscono quei soldi – e penso soprattutto a quelli in ambito politico – non vi accederebbero mai. Basti pensare a L’Avanti: Lavitola docet, per fare un esempio che è sotto gli occhi di tutti. Trovo quindi che quella del Giornale sia una polemica speciosa, come spesso se ne fanno in questo Paese. Se poi si vuole mettere in discussione che soldi pubblici vadano ai giornali, se ne può anche parlare. Ma se ci sono delle regole e un giornale come il Romanista sta dentro quelle regole, perché mai non dovrebbe riceverne. E chi si scandalizza di questo, non si è accorto di quanto sta accadendo altrove, come la cronaca ci riporta.
CLAUDIO BARBARO (FLI): Trovo assolutamente fuori luogo quanto scritto dal Giornale, anche perché il Romanista ha spesso affrontato problematiche di carattere sociale, che escono quindi dal campo strettamente sportivo, distinguendosi per il modo in cui ha saputo parlarne. Una voce, quella del quotidiano giallorosso, che, partendo da un argomento di nicchia, è riuscita a trattare, e nel modo migliore, tanti altri settori della nostra vita civile e sportiva. La vedo quindi una polemica infondata, anche perché se il quotidiano, come tanti altri, ha i requisiti per accedere a quei finanziamenti, è giusto che vi acceda. Nello specifico, il Romanista è un patrimonio che deve essere salvaguardato e, in quanto tale, mi vedrà sempre al suo fianco per quanto riguarda questa battaglia. E’ un quotidiano unico al mondo, e per certi versi, d’avanguardia. Ci sono tanti elementi culturali che si fondono con l’attività del Romanista e che, a prescindere dallo spirito che può animare un tifoso o un altro, debbono essere tutelati.