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IL ROMANISTA. «Ho suggerito io Luis Enrique»

Dario Canovi

«Walter aveva detto che era stato un procuratore a fargli il nome di Luis Enrique. Quel procuratore sono io». E che procuratore. Il decano, addirittura: Dario Canovi. «Vedevo che la Roma era affannosamente alla ricerca di un tecnico. Mio figlio Alessandro aveva visto Luis Enrique allenare il Barcellona B e ne era rimasto entusiasta. Così a maggio telefonai a Redondo per sapere se a Luis avrebbe fatto piacere fare un’esperienza a Roma. Erano stati compagni di squadra al Real Madrid, sono amici. Redondo mi comunicò il “sì” di Luis. Così mi vidi con Sabatini e glielo proposi. Passò qualche ora e Walter mi chiamò. Mi disse: “Ci può interessare, mi fai avere un contatto?”». Canovi lo svela al “Romanista”, dopo avere raccontato l’aneddoto anche a “Radio Manà Manà”.

Canovi, come è andata esattamente?

E’ andata che a suggerire Luis Enrique a Sabatini sono stato io.

E perché?

Un anno fa lo consigliai ai vertici del Genoa per il dopoGasperini. Li invitai ad andare a vedere qualche allenamento per giudicarlo. Poi, a maggio, dato che la Roma doveva ancora decidere chi avrebbe preso il posto di Montella, feci uno squillo a Redondo, che collabora con il Ct Camacho nella nazionale cinese e gli chiesi di mettersi in contatto con Luis Enrique per sapere se avrebbe voluto lavorare a Roma. Una volta incassato il suo sì, mi incontrai con Sabatini e glielo proposi.

Che le rispose Sabatini?

Mi fece parlare. Più tardi mi chiamò e mi disse: «Ci può interessare». Gli erano piaciuti dei pensieri, delle idee, che Luis Enrique aveva sul calcio. A quel punto telefonai nuovamente a Redondo per metterli in contatto. Da quello che so, però, con Luis Enrique ci avrebbe parlato Baldini. Se non altro per una maggiore dimestichezza di Franco con lo spagnolo. Dopo, non ho saputo più nulla. Ho appreso dai giornali dell’ingaggio. Walter mi aveva promesso che un giorno avrebbe detto come era nata l’idea di assumere Luis Enrique. Diciamo che in fondo è stato di parola, perché ha raccontato che a fargli il nome del tecnico era stato un procuratore.

Suo figlio sarà contento, è merito suo.

Certo. E’ una grande soddisfazione. Sa, nella vita non contano solo i soldi. E poi io, personalmente, continuo a ritenere che sia stato un suggerimento giusto.

Le difficoltà iniziali erano damettere in conto.

Ovviamente. E’ quello che dissi anche a Sabatini. Se lo prendete, lo dovete supportare. Perché LuisEnrique porterà una mentalità  completamente nuova e avrà bisogno di tempo. Ci vorrà pazienza. Ma come tecnico non si discute. E’ bravo anche a scoprire e poi a far crescere i talenti.

Secondo lei, quali delle giovani stelle della Roma

ha maggiori margini di crescita?

José Angel. Quando imparerà a fare bene anche la fase difensiva, sarà perfetto. E poi Lamela. Classe cristallina davvero.

E Bojan?

Bojan tanti margini non li ha, ma semplicemente perché è già fortissimo. Spesso vi dimenticate che ha già giocato con il Barcellona… Peccato per il derby.

E’ rimasto soddisfatto dalla gestione della partita da parte di Luis Enrique?

Quando si perde in pieno recupero, c’è poco da recriminare. E poi se Kjaer non fa quella

sciocchezza, riducendo la squadra in dieci, adesso probabilmente staremmo parlando di un altro derby. L’avrebbe vinto la Roma. Mi ripeto: questo allenatore ha una

mentalità nuova, va supportato. Non bisogna avere fretta.

Delio Rossi sostiene che per ora la Lazio sia davanti alla

Roma, ma che in futuro le parti si invertiranno. Che ne pensa?

Sono completamente d’accordo con Delio Rossi. La Roma sarà più avanti della Lazio molto prima di quanto si possa pensare. Sabatini è convinto che questo gruppo

possa vincere entro due anni. Ha ragione. Al Milan resta un anno buono, perché ormai è una squadra anziana. Come l’Inter.

C’è pure la Juve, però.

Non ci credo molto. Per me è da quinto, sesto posto. Vedo meglio il Napoli. Ecco, il futuro è di queste due squadre, Napoli e Roma.

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