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IL ROMANISTA. “Siamo più forti, vinciamo!”

Tifosi Roma

(F.Paniccia) Meno 11. E poi sarà derby. La partita che tutti aspettano e che può consacrare definitivamente il nuovo corso della Roma. C’è grande attesa come sempre, c’è chi la vive tutto l’anno. Ieri è iniziata la prelazione per i tesserati (che terminerà lunedì 6) e gli umori della piazza sono discordanti. C’è chi come Umberto molto animatamente dice: «Je famo na capoccia così, vincemo 4-0», confidando nel fatto che Edy Reja è rimasto sulla panchina biancoceleste e che ha guidato la Lazio in 4 dei 5 derby vinti consecutivamente dalla Roma. L’ultima vittoria dei laziali nella stracittadina risale all’11 aprile del 2009, 4-2. C’è entusiasmo per le ultime due vittorie della Roma e Marco ci dice:«Non c’è storia, come al solito, siamo troppo più forti faranno l’ennesima figuraccia ».

Ed è abbastanza comprensibile che tutta la tifoseria sia galvanizzata, in fondo è il miglior avvio di campionato da 2 anni a questa parte e il gioco che inizia a dare i suoi frutti con verticalizzazioni e quegli schemi su cui tanto punta Luis Enrique che stanno finalmente entrando nella testa e nei piedi della squadra. Rincara la dose Matteo: «Se è vero che l’aria qui sta cambiando, e dobbiamo fare un monumento agli americani per quello che stanno facendo, l’unica cosa che non cambia è che noi vincemo il derby!», continua Giacomo che è categorico: «La Lazio perde il derby e Reja sarà costretto a dimettersi, va da sé, i laziali non potrebbero sopportare un’altra sconfitta» e non ha tutti i torti Giacomo, visto che già due settimane fa si era rischiata la rottura tra il tecnico e la società, causata da un rapporto, quello tra Reja e i tifosi, che non è mai stato idilliaco, anzi, tutt’altro e l’ennesima sconfitta nel derby potrebbe davvero mettere la parola fine alla storia tra il tecnico e la Lazio.

In tutt’altra situazione si trova Luis Enrique. Il tecnico giallorosso si sta conquistando passo dopo passo la fiducia e la stima dell’ambiente giallorosso. La Roma arriverà all’appuntamento del 16 ottobre carica come non mai. Marco punta sulla sindrome da derby degli avversari: «La Lazio è una squadra senza attributi e l’ha dimostrato sempre negli ultimi due anni contro di noi, non ha carattere e non vincerà mai». Una cosa che ha anche ammesso Reja al termine del derby della scorsa stagione, l’ultimo, quello della doppietta di Totti, del laser, di tutto quello che volete. Quel giorno Reja ammise la scarsa lucidità della sua squadra e il nervosismo che i suoi giocatori non hanno saputo gestire come dimostrano le espulsioni di Radu e Ledesma. Altri la pensano in modo diverso e più diplomatico, come Mario: «Non sono d’accordo, quest’anno sarà tosta, ma come lo è tutto il campionato, la Lazio indubbiamente si è rinforzata, è una buona squadra e lo ha dimostrato a Milano, ma hanno un grosso problema, hanno la difesa più scarsa del campionato, dobbiamo attaccare sempre, senza farli respirare e allora sì che creeremo dei problemi». Anche Angelo concorda: «Puntano a fare una stagione al massimo, si sono rafforzati e hanno una mentalità completamente diversa dalla nostra, speriamo bene». C’è chi è molto preoccupato di un giocatore in particolare, come Carlo: «Hanno quel Klose lì che fa davvero paura, mi spaventa proprio, è uno che ti può far gol in qualsiasi momento e in qualsiasi modo, fa reparto da solo e se non lo teniamo d’occhio questo ci purga, credo che sia la cosa migliore che abbia fatto Lotito da quando è presidente della Lazio». Come dargli torto. Miroslav Klose è uno che il gol ce l’ha nel sangue e ha avuto un impatto con il campionato italiano che pochi si aspettavano. Infine Tommaso chiude: «Conteranno le motivazioni, il derby è un’altra storia non conta niente quello che succede prima ma vojo una Roma grintosa. Se li dovemo magna’». L’unica cosa sicura è che la Roma venderà cara la pelle il 16 ottobre, vincere un altro derby, sarebbe il massimo e i tifosi saranno dalla parte della squadra nella gioia e nel dolore perché hanno capito che qui è cambiato tutto. Ma la passione no, quella non tramonta mai

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