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IL ROMANISTA. Una vittoria che va ben oltre i 3 punti guadagnati

Esultanza dopo un gol

(G.Caccamo) Non è solo l’esordio di Lamela, atteso a lungo, ma anche la “prima” del veterano Juan mai sinora presentato da Enrique in formazioni ufficiali; il turn over annunciato dal tecnico romanista si completa con l’inserimento in attacco di Borriello che concede un turno di riposo a Bojan.

Sono quasi perfetti i primi 15 minuti della Roma, veloce, aggressiva, ficcante fino al gol straordinario di Lamela, attenta, ordinata, dopo nella gestione del vantaggio; la difesa si fa apprezzare non solo per la precisione degli interventi in anticipo ma anche per la capacità di difendere molto alto sui mobilissimi Pinilla ed Hernandez. Solo dal 20’ il Palermo riesce a dare una certa consistenza ai propri sforzi offensivi grazie ad una maggiore pressione a centrocampo e mettendo in difficoltà il duo Gago – Pizarro troppo spesso in inferiorità numerica in quel settore del campo. Produce poche occasioni da rete, la Roma, dando però sempre l’impressione di poter accelerare improvvisamente. Se non fosse per la solita distrazione di Pizarro nei primi minuti del secondo tempo (indice di una sindrome da inizio ripresa),il rientro della Roma è di quelli al fulmicotone, con azioni ben coordinate da uno strepitoso Lamela, capace di spunti eccellenti sia nelle ripartenze dalla trequarti sia negli scambi veloci e verticali al limite dell’area avversaria; è proprio il giovane talento argentino ad impressionare nelle sue percussioni dirompenti: il fatto poi, che egli venga costantemente raddoppiato nella marcatura, non fa che confermare il tasso di pericolosità che gli avversari gli accreditano.

Nel complesso la crescita della squadra giallorossa risulta crescente e costante, nonostante il gran numero di giocatori coinvolti dal trainer giallorosso nel suo progetto di gioco. Non dimentichiamo che solo poco più di un mese fa, la formazione romana doveva attingere al proprio settore giovanile per schierare una squadra decente (vedi gli utilizzi dei giovanissimi Verre, Caprari, Viviani) senza mai dare l’impressione, (con effetti psicologici non indifferenti) che quelle fossero scelte di ripiego. Il gioco di Luis Enrique si sta adattando alle asperità ed alle difficoltà del campionato. Quelli che apparivano dogmi di gioco si stanno smussando, parimenti a tutte quelle invenzioni che indicavano come inconciliabili giocatori come Juan, Pizarro, Perrotta, Cassetti, con il modulo del tecnico asturiano. Restano invariate, e le dichiarazioni sia del DS Sabatini e del neo DG Baldini le rafforzano, le idee guida e la filosofia di base che sottintendono il nuovo indirizzo tecnico della Roma. Oggi più di altri fine partita, occorre sottolineare questi aspetti forse poco collegati alle risultanze tecnico e tattiche di un singolo incontro; oggi grazie ad una vittoria e soprattutto ad una convincente prestazione corale e dei singoli, riusciamo ad intravedere realmente delle concretezze che possono proporci un futuro speriamo ricco di soddisfazioni.

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