Alessandro Cochi, delegato allo sport di Roma Capitale, è stato intervistato da Radio Manà Manà Sport, dove ha rivelato: “Penso che andremo prima a Formello e poi a Trigoria. Probabilmente, lo faremo nei giorni precedenti al derby”. “In quelle occasioni, mi sembra scontato, dialogheremo in maniera stretta coi presidenti e con i dirigenti. Di sicuro non potremo non affrontare il discorso relativo agli stadi”.
Gli impianti di proprietà sono un argomento sulla bocca di tutti i tifosi romanisti e della nuova società americana. Nei giorni scorsi si è parlato di Tor Vergata come possibile zona su cui costruire lo stadio, anche se la chiacchierata in Campidoglio ha messo le cose in chiaro.
In una zona considerata “olimpica” visto che, nel caso la Città Eterna riuscisse ad ottenere i Giochi estivi del 2020, potrebbe diventare il secondo polo d’attrazione sportiva. “Mi permetto di dire – spiega l’onorevole Cochi – che sul posizionamento dell’impianto della Roma ancora c’è uno studio e incontri costanti. Posso confermare la decisa volontà della gestione DiBenedetto di porre rimedio a questa situazione ma sappiamo che non è facile edificare un impianto nella Capitale: mi riferisco al piano regolatore vigente”. “Ci tengo a far notare – prosegue il delegato allo sport – che al famoso appuntamento fra il Sindaco e il presidente della Roma sono susseguiti altri due incontri con lo staff che si occupa degli aspetti urbanistici della città. Poi, sul toto-zone che dire: la scorsa settimana andava un pochino più di moda Tor di Valle, oggi Tor Vergata. Sinceramente ci interessa poco che esca il nome del posto, per ragioni contingenti e anche in funzione di un’eventuale e possibile speculazione edilizia. Cittadinanza e tifoseria romanista devono stare tranquille: verranno rispettati tutti i parametri urbanistici, ambientali e paesaggistici”.
Quale sarà il ruolo della Capitale? “Nel rispetto dei ruoli sarà nostro compito sveltire quell’iter burocratico necessario alla realizzazione dell’opera. Lo stadio, tuttavia, non si farà soltanto con la precisa volontà della Giunta Capitolina ma ci sarà bisogno dell’appoggio della Regione Lazio, della Provincia, delle Sovraintendenze e dei vari vincoli”. “Bisognerà scoprire le cosiddette carte – conclude – iniziando dal tavolo dell’urbanistica. Sicuramente l’impianto di Torino è un esempio da tenere a mente non soltanto per il Centro, ma anche per tutto il Sud e il Nord della Penisola. E poi, bisogna seguire quel cammino che in Inghilterra o Germania hanno intrapreso addirittura dieci o quindici anni fa”.
Fonte: Radio Manà Manà Sport