Ilario Castagner, ex allenatore di calcio ed oggi commentatore per Mediaet Premium, è intervenuto ai microfoni di “A Tutto Campo” su RadioIES. Queste le sue parole:
Sul momento della Roma
Devo dire la verità, dopo la prima partita persa in casa con il Cagliari mi era sembrato che la squadra avesse fatto un salto di qualità. L’ho vista giocare bene sia a Parma sia contro l’Atalanta, l”ho vista crescere insomma. Rimanevano i problemi difensivi e qualcosa da sistemare in attacco. La squadra ultimamente, dal derby in poi, mi è sembrata ridimensioanta e più insicura. Credo che ci vorrà molto tempo ancora. Secondo me, i giudici veri sono i giocatori in campo. Quelli che giocano sono i più credibili, quelli che meglio possono giudicare Enrique e mi sembra di aver capito che tutti apprrezzano il lavoro dell’allenatore, e quindi credo sarà opportuno attendere.
Sull’involuzione
Sinceramente pensavo che la squadra continuasse a crescere, fermo restando che può capitare una giornata no, ma in linea di massima il comportamento sul campo dovrebbe crescere. Quello che si impara non si dovrebbe dimenticare. Non so se sia subentrata un po’ di preoccupazione, a quel punto sono problemi di testa. Ma io suppongo che con Totti la Roma farà il salto di qualità, è l’unico che può fargli fare il verso salto.
Su Totti
Costringerlo come trequartista a tornare e recuperare palloni gli leva forza ed energia. Non deve giocare da trequartista, ma da attaccante centrale come Messi, libero di fare ciò che vuole. E’ talmente intelligente che sa quali spazi occupare, sa come muoversi, sa quando tirare. A questi giocatori non bisogna insegnare niente. Quando allenavo l’Inter arrivò Rummenigge ed alcuni giornalisti mi chiesero cosa potevo insegnargli. Ed io risposi: “solo l’italiano”. Cosa altro potevo insegnare ad un pallone d’oro? Lo stesso discorso vale per Totti.
Su Bojan
Le qualità ce le ha, non si possono fare tutti i gol che ha fatto se non hai qualcosa in più degli altri. Un giovane non può far la differenza, può essere trascinato postivamente da una squadra che ha già personalità e gioco, lui può dare quel qualcosa in più a livello di giocate.