Nella serata di quest’oggi l’ex giocatore della Roma Fabio Petruzzi è intervenuto sulle frequenze di Radio Ies Fm 99.80 all’interno della trasmissione “La Città nel Pallone”
Ricordiamo quel 29/11/98: si veniva da 4 derby persi con Zeman in panchina?
“Premesso che in quegli anni affrontavamo la Lazio più forte di tutti i tempi, che non era semplice da affrontare perché aveva grandissimi giocatori. Noi avevamo un grandissimo tecnico (Zeman ndr), chi scendeva in campo sapeva benissimo cosa fare. E’ uno dei migliori allenatori che c’è al mondo, sono strafelice che anche quest’anno lo sti dimostrando e si stia confermando su questi livelli. Mi ricordo quel derby. Su un lancio lungo presi la prima ammonizione: in un contrasto aereo Nedved alzo il gomito e mi colpì tanto forte da farmi uscire il sangue dal naso, io reagì e Farina mi ammonì. Poi feci fallo e presi la seconda ammonizione e poi l’espulsione. Eravamo 3-1, pensavo che la gara fosse finita li. Le squadre di Zeman non mollano mai”.
Paragonando momento con Zeman con l’attuale situazione in casa Roma?
“Bisogna aver pazienza si se vuole puntare su giocatori, progetto e giocatori nuovi. A me la Roma, ad udine non ha dato grandi sensazioni. Sicuramente non meritava la sconfitta, era più giusto un pareggio. Quella di Luis Enrique, è una squadra con grandissima personalità, che comincia a piacermi. L’unico errore dell’allenatore è quello di cercare sempre qualcosa di nuovo come domenica ad Udine: perche non puntare su heinze-juan? A me Luis piace e me ne hanno parlato in termini splendidi, descrivendolo come una grande persona con grande personalità”.
Luis Enrique e Zeman?
“Il gioco di Zeman, era fatto di verticalizzazioni e tagli, tutte cose che io in questa Roma non vedo. Vedo solo un grandissimo possesso palla dove forse manca ancora qualcosina per arrivare a creare occasioni concrete. Gli mancano quei centrocampisti che si inseriscono senza palla”.
C’è un pò di nervosismo in casa Roma che succede?
“Sono cose che succedono negli spogliatoi. A fine partita c’è sempre un pò di nervosismo, in quei momenti bisogna non parlare e stare calmi. Secondo me la società ha fatto la scelta giusta, anche se Osvaldo si è rivelato un grande attaccante: quando uno sbaglia deve pagare. L’allenatore ha mostrato grande carattere e personalità mettendolo fuiori, anche se stravede per lui. Se ha ritenuto giusto fare questa scelta è perche il giocatore ha tenuto un comportamento non esemplare”.
FONTE: Radio Ies fm 99.80