(A.Ghiacci) – Pian piano si sta facendo apprezzare, mostrando quelle doti che lo avevano già reso famoso al Barcellona. Grande tecnica, rapidità e capacità di essere decisivo.
Bojan Krkic ha già segnato tre gol con la maglia della Roma, l’ultimo ha sbloccato il risultato nella vittoria di Novara. Il giovane spagnolo non pensa alla sua situazione contrattuale (prestito per due anni) e alle soluzioni future. Il suo unico pensiero, ora come ora, si chiama Roma: «Conta solo il presente, per questa maglia voglio dare tutto. Mi sento privilegiato a giocare in giallorosso, qui c’è un tifo fantastico. Mai visto un pubblico così, ogni volta sa darci grande carica» . A proposito di tifosi, cosa possono aspettarsi dalla Roma di quest’anno? «Più che di obiettivi parlerei di desideri.Del più alto prima di tutto, lo scudetto. Poi, da lì, la Champions e via via gli altri punti di arrivo. Ma adesso le chiacchiere contano poco, a maggio manca tanto e allora faremo i conti, per ora dobbiamo ragionare a breve termine» .
CRESCITA – Bojan è convinto che la Roma stia crescendo col passare del tempo. E i margini di miglioramento sono ancora tanti: «La squadra sta lavorando benissimo, le prestazioni ci stanno dando ragione. Abbiamo perso qualche colpo ma non perché eravamo inferiori agli avversari. E quando arrivano le sconfitte non dobbiamo demoralizzarci. Il progetto è nuovo, le cose da migliorare sono tante, bisogna restare tranquilli, lavorare e puntare sull’unione del gruppo» . L’attaccante spagnolo è abituato a stare al top del calcio, dopo una vita passata al Barcellona: «Del passato e di Guardiola non mi va di parlare. Sono concentrato su quanto c’è da fare qui, oggi. Su un’idea di calcio propositivo, tenere la palla, comandare il gioco. Certo, in Italia c’è molta tattica, non sempre è facile perché spesso le squadre si chiudono. A volte fare gol è difficile, stiamo lavorando anche a questo» . Fiducia, però: «Sì, perché il livello del gruppo è alto, se avessimo avuto qualche disattenzione in meno ora parleremmo di tutt’altro» .
RISERVA – In tanti hanno ipotizzato che Bojan possa essere maggiormente decisivo se messo in campo a gara in corso. Lui, come tutti i giocatori del mondo, preferirebbe giocare sempre. E, da professionista, aggira la domanda:«Non mi sento né titolare, né riserva, sto meglio di quanto pensassi dopo due stagioni in cui ho giocato poco. Ho voglia di crescere partita dopo partita e dimostrare all’allenatore e a tutto l’ambiente di essere un giocatore valido» . Bojan non rimpiange di non essere stato convocato dalla Spagna nel 2008, quando la nazionale iberica ha vinto l’Europeo. Quella squadra poi, ha conquistato anche l’ultimo Mondiale: «Non ho rimpianti, stavo per essere chiamato ma in quel periodo avevo bisogno di riposo. Chiaro che a 17 anni era un sogno…» .
STORIE – L’attaccante ha conquistato il gruppo. E viceversa. A partire da Heinze: «Prima di essere calciatori siamo uomini, Gabi è un personaggio fantastico, mi sta aiutando tanto. Con me e Josè Angel, giovani che sono lontani da casa, è straordinario» . E Totti? «Elemento chiave, sia dentro che fuori dal campo. Con lui vicino miglioriamo tutti» . Chiusura su una storia di cui si era già parlato. La patente ritirata: «Alla vigilia di Inter-Roma ero in ritardo e l’allenatore non ammette giustificazioni. Era venerdì e il traffico era intenso, sono passato sulla corsia di emergenza… Multa pagata. E tra poco mi ridanno la patente» .