(R.Maida) Ha capito tutto prima. Uno sguardo a Gago, all’idea di Pjanic, la sensazione di un passaggio che sarebbe arrivato proprio lì, a due passi da Fontana e dai tifosi romanisti. A quel punto la sua rapidità e la sua freschezza hanno creato la differenza tra lui e il Novara. Altro che il campo sintetico, altro che la pioggia: il risultato è stato alterato da un piccolo fenomeno che si è alzato dalla panchina, ha tirato due volte in porta per mettere a fuoco il bersaglio e al terzo tentativo ha regalato un sorriso alla Roma.
FAMA – Anche a Parma e contro il Palermo, uscendo dalla panchina, aveva avuto un impatto fortissimo con la partita. Otto giorni fa, poi, anche senza brillare aveva segnato. Il rischio è che Luis Enrique si renda conto che Bojan funziona meglio solo quando entra nel secondo tempo. Lui ovviamente respinge l’etichetta: «Le decisioni spettano al tecnico. Io vorrei giocare sempre. Però può capitare che in certe partite io debba restare fuori (è successo già sei volte su undici, ndi). E allora, se vengo chiamato in causa, devo spingere a fondo per ritagliarmi il mio spazio. Anzi, quando vado in panchina mi sento ancora più motivato a crescere e a migliorare. Il calcio è così» . Da Roma gli arrivano i complimenti del padre, Bojan Krkic senior, che ammette di essere emozionato: «Sono tanto felice per lui, se lo meritava…» . Luis Enrique condivide gli applausi al ragazzo che ha voluto fortemente sradicare da casa Barcellona: «Credo che sia un caso se Bojan incide sempre partendo dalla panchina. E non penso sia contento di avere questa fama. E’ pura statistica. Sicuramente in questo caso, in lui come negli altri due calciatori che sono entrati nel secondo tempo, ho visto l’atteggiamento giusto. Poi è evidente: i bomber vogliono sempre fare gol» . Autoalimentazione: più un attaccante segna, più si sente sicuro e pericoloso. E la Roma oggi ricomincia, senza esagerare, a immaginare che la stagione possa essere divertente.