( A.Ghiacci) E’ la Roma che vuole Luis Enrique? «Finché ci sarò io, sarà la mia Roma. Sono l’allenatore…» . Il tecnico giallorosso incassa i tre punti, a fine partita appare sereno e se ne ritorna a Roma con convinzione ritrovata. E pensare che dopo il primo tempo la storia per la Roma sembrava essere ancora la stessa. Alla vigilia di Novara aveva detto che sarebbe andato avanti per la sua strada. E così è stato. La Roma però era quella vista finora: tanto possesso, poca incisività davanti e brividi in difesa, ben più forti di quelli provocati dal freddo e dalla pioggia dello stadio Piola. Poi la ripresa, i cambi, il gol di Bojan e tutta un’altra partita.: «Nella prima frazione l’avversario aveva forza ed energia, ci pressava bene e ci toglieva spazio. Nell’intervallo abbiamo parlato e nel secondo tempo, quando la condizione del Novara è calata, abbiamo guadagnato campo, cercando con insistenza la profondità e il gol» .
RISULTATO – Il solito dilemma: risultato o prestazione. Probabilmente, per fare un esempio, a Genova la Roma aveva giocato meglio di ieri sera ed era uscita sconfitta. Ieri invece una prova a metà e vittoria: «Preferisco, se devo perdere, farlo come è accaduto a Genova. Ma secondo me il risultato, se guardo tutta la partita, è giusto» . Luis Enrique poi parla di cosa possa mancare ancora alla Roma: «Manca ancora tanto, lo so… Dopo il primo gol l’atteggiamento è stato quello giusto. I giocatori sanno che dobbiamo giocare sempre allo stesso modo, dal primo all’ultimo minuto» . Poca incisività in fase offensiva, siamo alle solite? «Per me la “cattiveria”
TESSER – Il tecnico del Novara non si dà pace per il momento chiave della partita: «Se Meggiorini avesse segnato, il risultato finale probabilmente sarebbe stato diverso. Alla fine la differenza l’hanno fatta i singoli»