(A.Pugliese) Al di là se Montella sarebbe stato veramente esonerato o no al posto attuale di Luis Enrique come lui stesso ci ha scherzato su dopo Lazio-Catania, con la successiva benedizione di Franco Baldini, quanto c’è di differente tra l’ex allenatore della Roma e l’attuale tecnico giallorosso? Il modulo iniziale era lo stesso, il 4-3-3, anche se poi entrambi sia Montella, sia Luis Enrique si sono visti costretti a degli adattamenti in corsa: 3-5-2 per Vincenzino, a causa dei tanti infortuni subiti dai difensori rossazzurri Potenza, Alvarez e Capuano, uno dietro l’altro; 4-3-1-2 per Lucho, a causa dell’improvvisa assenza di Francesco Totti e della mancanza di esterni d’attacco di ruolo. Ma chi sta andando meglio? «Per ora, a vedere la classifica, mi sembra senza dubbio Montella — dice Roberto Pruzzo, il bomber, l’uomo di tanti gol e successi romanisti — Ma io dico che a Luis Enrique bisogna dare tempo, farlo lavorare ancora, non è facile».
Sorpreso dal rendimento del Catania di Montella?
«No, anche perché lì quello siciliano mi sembra sia un club che sappia lavorare molto bene: con gli argentini hanno costruito un gruppo solido e con una spesa giusta, difendono la categoria. È un modello da seguire. Poi, è ovvio, ci sono anche i meriti del tecnico, bravo a valorizzare il materiale a sua disposizione. Montella mi sembra un tecnico capace di far giocare i suoi nel modo giusto».
E della Roma di Luis Enrique?
«Ripeto, gli va dato tempo, l’approccio qui non è mai facile e lo spagnolo ne sta pagando le conseguenze. Non conosceva il campionato italiano e probabilmente neanche i calciatori, ma credo che quello sta succedendo a lui sarebbe potuto succedere a qualsiasi altro allenatore. Si vedono delle cose buone e altre no, ma ci vuole ancora un po’ di tempo per valutare».
Novara e Lecce all’orizzonte, può essere un passaggio decisivo per i giallorossi?
«Decisivo non lo so, importante sicuramente. Se la Roma fa sei punti si ritrova di nuovo nelle posizioni che contano. Questo è un campionato con scarti minimi, basta poco per risalire. Insisto su un punto: per fare un bilancio del lavoro di Luis Enrique è ancora presto, bisogna aspettare almeno la sosta di Natale».
Montella, però, ha visto che le cose non andavano e ha avuto il coraggio di cambiare di molto il modulo.
«La duttilità mentale nel calcio è importante, guardate anche Conte: all’inizio puntava tutto sugli esterni e sul 4-2-4, poi si è reso conto di avere solo Pepe in quel ruolo è ha cambiato. Quando le cose non funzionano, è giusto cambiare».
Ed infatti, anche Luis Enrique nell’ultimo mese ha rinunciato al suo iniziale 4-3-3.
«La Roma manca completamente di esterni di attacco, il passo logico è stato modularsi verso il 4-3-1-2. Non mi sembra che l’allenatore spagnolo sia uno sprovveduto, ha capito che lì c’era una carenza. Piuttosto, quando rientrerà Totti, con questo modulo mi sembra che si possa finalmente cambiare la sua posizione».
Cioè? Farlo giocare dove?
«Se la Roma manterrà questo assetto, con il 4-3-1-2, Francesco può tornare a giocare più avanti, da punta, inserendo Lamela come trequartista. Chi accanto a Totti? Ci sono tante opzioni, magari un giovane come Bojan o Borini».
Alla fine, però, arriverà più avanti in classifica Montella o Luis Enrique?
«Dico la Roma, anche in modo facile. In caso contrario, sarebbe una sorpresa clamorosa».