(A.Catapano) – Due premesse. La prima, per non dimenticare: perchéLuis Enrique siede sulla panchina della Roma dopo aver allenato per tre stagioni il Barcellona B eVincenzo Montella è dovuto emigrare a Catania dopo aver sfiorato la Champions con la Roma? La risposta ufficiale, e anche la più sincera, l’ha fornita FrancoBaldini: «Fondamentalmente volevamo dare un segnale di discontinuità». Fondamentalmente, Montella era (è) considerato un bravo ragazzo e un ottimo allenatore, ma i nuovi dirigenti gli imputavano due cose: di essere un prodotto della vecchia Roma e, quindi, legato a uomini, dinamiche, andazzi che si volevano (vogliono) «rivoluzionare». Detto più brutalmente: si temeva che Montella fosse troppo amico dei calciatori. Chissà se sarebbe stato capace di scelte estreme alla Luis Enrique, non lo sapremo mai. Certamente, sappiamo che per la prima volta a Roma c’è un allenatore per cui la legge è davvero uguale per tutti, ma non sappiamo dove lo porterà questo atteggiamento. Un hombre vertical può sopravvivere a Roma? Le prime crepe sono già visibili: alla luce della sanzione comminata a Osvaldo, mossa contestata da tutta la squadra, quanti punti ha perso Luis Enrique nello spogliatoio? Ribaltone La seconda premessa: oggi è ingeneroso per Luis Enrique metterlo a confronto con Vincenzo Montella. E la misura del disastro sta proprio qui: l’avreste detto dopo dodici giornate? Baldini e Sabatini lo avevano messo in conto? Hai voglia a invocare pazienza, complicità, profondità di pensiero e larghezza di orizzonti. Hai voglia a dire che «il gioco conta più del risultato (copyright Baldini)», ma come si mettono con i numeri del piccolo Catania di Montella? Il confronto Eccolo, davvero impietoso se si considerano le rose a disposizione dei due allenatori, così impari in quantità e qualità (e oltretutto il Catania ha avuto un calendario in salita, mentre per la Roma il brutto deve ancora arrivare). Diciassette punti in classifica per entrambi, più vittorie (5-4) per Luis ma pure più sconfitte (5-3), meno gol subiti (14-18) ma praticamente gli stessi segnati (15-14), forse questo il dato più inquietante se si pensa al potenziale offensivo a disposizione dell’asturiano. E anche i dati relativi a possesso palla, pericolosità, passaggi utili, insomma tutte quelle statistiche tanto care a Luis Enrique, non marcano tutta questa differenza col Catania di Montella (li trovate nella tabella qui a fianco). Pazienza per tutti? Che devono pensare i tifosi romanisti? Oggi li rassicura Bruno Conti, in un’intervista al Corriere Laziale. «Vedo Luis Enrique e il suo rapporto con i calciatori, l’idea di gioco che sta dando alla squadra. La Roma sta costruendo qualcosa d’importante, anche se ci vorrà un po’ di pazienza».Quanta ne avrebbero avuta con Montella? «Mi avrebbero esonerato da un pezzo». Chiaro.