(A.Pugliese) – «Osvaldo non si tocca». Ieri, la giornata giallorossa è iniziata così, con quella scritta tanto chiara quanto eloquente fuori Trigoria, sui muri circostanti il «Fulvio Bernardini». Una scritta che racchiude un po’ tutto l’umore del tifo giallorosso,che ha dato la sua personale lettura del litigio (e dello schiaffo) del «Friuli» tra l’attaccante italoargentino ed Erik Lamela. Osvaldo ha sbagliato, è vero, ed è giusto punirlo. Ma gli interessi della squadra sono un’altra cosa e privarsi di lui proprio ora sembra un autogol. Anche perché, ed è quello che ieri i tifosi hanno sottolineato a più riprese, Osvaldo è forse uno dei pochi nella rosa giallorossa dotati di quella «famosa» personalità che finora è mancata alla squadra di Luis Enrique. Punti di vista Radio, siti, forum. Ieri la gente giallorossa si è scatenata ed ha detto la sua sulla vicenda Osvaldo-Lamela. Qualcuno si è schierato con il giocatore («Almeno a lui gli rodeva di ave’ perso, lo schiaffo è solo uno sfogo consequenziale»), qualcuno gli è andato contro («Con una punizione esemplare, almeno si dà l’esempio e ogni giocatore sa che ora bisogna cambiare registro»). Già, ma un po’ per tutti il concetto è lo stesso: da che mondo e mondo queste cose sono sempre successe dentro uno spogliatoio di calcio, ma spesso non sono mai uscite da quelle quattro mura. Perché metterla così in evidenza? Perché la società ha deciso di dargli tutta questa pubblicità? La gente di Roma si interroga, così come si chiede ora cosa succederà. La multa va bene, ma Osvaldo ha chiesto già scusa davanti a tutti, per molti dei tifosi la cosa doveva finire lì. Con la sanzione economica e niente di più. La Roma, invece, ha voluto dare un segnale. Forte. Giusto? Difficile dirlo. Di certo c’è solo che Osvaldo a Firenze non ci sarà. E se una cosa hanno imparato ad apprezzare i tifosi in lui, è proprio la grinta, la voglia di non mollare mai, la tenacia, tutte cose che a Firenze serviranno. E non poco.