(U.Trani) – Notte da lupi e non c’entra il freddo di queste ore. «La mia Roma deve sempre aver fame. Senza, non va da nessuna parte». Luis Enrique non ne fa una questione di avversario, anche se stasera si presenta all’Olimpico il Lecce dell’ex Eusebio Di Francesco, terzultimo in classifica. Ma di spirito, per centrare l’obiettivo. Concetti, dunque, semplici e forse scontati. Lucho, però, ragiona così. «Non esisterà mai davanti a me un avversario facile. Perché contro il Lecce, pure se ha solo otto punti, non basta che la Roma giochi al cinquanta per cento per avere la certezza del successo. Io mi aspetto di vincere, ma dando il cento per cento: attenzione difensiva, pressing, profondità, possesso palla e velocità. Altrimenti sarà difficilissimo per noi, soffriremo tantissimo. Anzi, sono sicuro potrebbero anche spuntarla loro: noi non siamo una squadra incredibile». Il Lecce e basta (7 punti su 8 li ha conquistati in trasferta), senza fare tabelle da qui alla sosta di Natale. Luis Enrique chiede concentrazione assoluta. «Sarebbe un errore guardare alle gare successive. Non m’interessano. Perché esistono tanti dettagli importanti che ancora non controlliamo e io non posso prevedere tre o quattro successi di fila, non sarebbe giusto per me e per la squadra pensare che vinceremo tre-quattro partite di seguito. È irreale». «Non sono orribili i nostri numeri». Ha la Roma in mano. Perché, durante la conferenza stampa della vigilia, scorre con attenzione, su alcuni fogli, le classifiche sul comportamento del gruppo giallorosso in 10 gare. Possesso palla (secondo posto), tiri dentro la porta (quinto), palle giocate (terzo), percentuale di passaggi riusciti (secondo), suprepremazia territoriale (primo) e percentuale di pericolosità (terzo). La sua squadra è da vertice, spesso sul podio. «Il mio limite è di non essere mai soddisfatto. Ma le nostre statistiche non sono poi così male: siamo tra i migliori. Non sono i numeri di una squadra che fa schifo. Ma io sono l’allenatore e so che c’è ancora tanto da fare. Non mi fermo a questi dati, so che c’è da lavorare seriamente per essere sempre più competitivi». Francesco Totti torna abile dopo quasi due mesi. Luis Enrique è felice di poter contare nuovamente sul capitano, ma non può garantire che rientrerà subito dal primo minuto. «Lo considero recuperato: è buona la sua condizione fisica, siamo fortunati che sia di nuovo a disposizione. Ma decido io chi gioca, è una mia scelta e basta, non ne parlo con i giocatori». Il ballottaggio è tra Totti e Lamela: ieri pomeriggio provato l’argentino e non il capitano alle spalle di Osvaldo e Bojan. «Possono giocare anche contemporaneamente, essendo entrambi capaci di partire nella posizione di trequartista e attaccante. Ma per me il ruolo naturale di Totti è trequartista, lì può essere più importante». Scoppia a ridere in faccia a chi gli domanda qualche particolare in più sulla lite con Heinze dopo la gara con il Milan: «Io avrei discusso? Con chi e quando? Chi lo dice? Il giocatore? Portatelo qui, chiedetelo a lui, non a me». Insiste: «Il mio malumore c’è, lo confermo: quando non facciamo risultato. Ma tra me e i calciatori. La società ha una strada che è la stessa dell’allenatore e credo di tutta la squadra. Non c’è, al momento, un’altra opzione. In futuro chissà, ma ora è quella giusta e stiamo sudando ogni giorno per renderla più efficace». «Meglio lasciarvi la curiosità» scherza Lucho. Quella sulla possibile tredicesima formazione in tredici gare ufficiali. «Quattro-cinque giocano sempre o quasi, altri ruotano. Ma la mia idea è mettere in campo sempre chi sta meglio», chiarisce sulle decisioni finali. «Non c’è comunque una regola esatta». Fuori di Trigoria uno striscione: 1 fisso anche per Burdisso. «Mi dispiace tantissimo per Nicolas, è un leader naturale per il suo comportamento, mette sempre prima la squadra di se stesso. Peccato averlo perso, giocatori così. Gli auguriamo un veloce rientro, lo aspettiamo. La rosa, comunque, è ampia e quindi siamo pronti ad affrontare la situazione. Poi vedremo se sostituirlo a gennaio». Domani vertice di mercato con Sabatini. Intanto Kjaer sfida Cassetti per la maglia lasciata libera dall’argentino.