(Galli) – «Che vuole che le dica. Anche io sono della Roma. Ma devo tifare per lui. E quindi per il Novara». Cromosomi d’autore. Marco Mazzarani negli Anni 70 prendeva a calci un pallone in Serie C con la Sangiovannese e quei cromosomi li ha trasmessi al figlio Andrea. Anzi, ai figli. Ne ha tre. «Due sono calciatori». Francesco milita nel Barletta in Prima Divisione, Andrea nel Novara. In Serie A. E oggi giocherà contro la Roma. La sua Roma. L’infanzia al Prenestino, Francesco è cresciuto nella Tor Tre Teste, Andrea nella ex (non esiste più) Cisco Roma. Carriere diverse, qualità forse diverse, tifo sicuramente diverso. Lo dice il papà: «Francesco è del Milan».E Andrea? Andrea è cresciuto all’ombra di Francesco. Quindi nasce milanista, ma poi ha seguito il cuore. Il cuore dice Roma. Esatto. Come me, anche se, avendo giocato a un certo livello, vivo il calcio più da intenditore che da tifoso. Comunque domani (oggi, ndr) per me e per Andrea sarà senza dubbio una partita diversa. E lo sarà anche per i suoi amici. Sono tutti romanisti.
Domenica (domani, ndr), festeggerà 22 anni. Mi auguro che possa farlo con i tre punti. Anche no. (Marco Mazzarani ride, ndr) Punti di vista, vero. Io devo tifare per mio figlio. E dunque devo tifare per il Novara. Non sono partiti bene in campionato. D’altronde si sa, l’impatto con la Serie A non è mai facile. Però anche battere l’Inter non era facile. Speriamo che si ripetano con la Roma, anche se sarà parecchio dura. Non ci sarà Totti.Lo so. Andrea sperava di incontrarlo. Magari, chissà, vorrà scambiarsi la maglia con De Rossi. Come sta vivendo l’attesa? Ormai è abituato a gestire la tensione nervosa. E’ molto tranquillo, anche se davanti avrà la sua squadra del cuore. All’Olimpico sarebbe stato diverso. Sarebbe stata una grande emozione. No, grandissima. Andrea andava da piccolo allo stadio? Non poteva. Non ero io a impedirglielo, ma l’impossibilità oggettiva di andarci: la domenica doveva giocare a pallone.
E lei invece stasera andrà allo stadio? Assolutamente sì. C’è mai stata la possibilità di venire alla Roma? Una volta ci fu l’interessamento di Bruno Conti. Andrea giocava negli Allievi Nazionali con la Cisco, era allenato da Ennio Rossi. Ma non se fece nulla. Anche perché nel frattempo Pietro Leonardi lo voleva all’Udinese. Peccato. Per un professionista non è importante la vicinanza o meno alla famiglia. E’ la squadra che è Magica (la emme è maiuscola, perché Mazzarani pronuncia la parola “magica” con solennità, ndr). La Roma sarebbe stato il suo sogno. Non è detto che però non lo realizzi in futuro. Mio figlio è un centrocampista moderno. Un tuttofare. A Modena ha giocato anche da seconda punta. Nella Roma potrebbe prendere l’eredità di Perrotta. Dipenderà da lui.