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IL ROMANISTA. Prandelli apre a Totti

Cesare Prandelli

(V.Meta) – Un giorno, non per caso. Nella sua quasi ventennale carriera, perFrancesco Totti il 15 novembre è una di quelle giornate in cui succedono cose speciali. Quest’anno succede che il Capitano è sempre più vicino a un ritorno in campo atteso sette settimane, ma intanto stasera sarà spettatore interessato dell’amichevole che chiude il 2011 della Nazionale, nel suo stadio e forse anche con il fratellino d’elezione De Rossi con la fascia di capitano al braccio. L’ultima volta che l’Italia ha giocato a Roma aveva appena vinto il Mondiale, in panchina c’era Donadoni e Totti aveva già annunciato l’addio all’azzurro. Di spiragli per un clamoroso ritorno ce ne sono sempre stati, sia pure soltanto a parole, già ai tempo del Lippi bis, quando sembrava che potesse addirittura essere convocato per il Sudafrica. Oggi quella di rivederlo con la maglia azzurra è un’ipotesi piuttosto remota, non fosse per le parole di Prandelli, che ieri ha aperto prospettive finora impensabili: «Chiudere le porte della Nazionale a Totti o a Del Piero? Assolutamente no. In fondo l’Europeo è una competizione breve». Intanto il suo 15 novembre parla di un personale conto alla rovescia in vista della sfida di domenica sera contro il Lecce. Ha voglia di esserci, Totti, che manca dal campo (e dall’Olimpico) dal 1° ottobre, quando uscì per infortunio a venti minuti dalla fine della sfida con l’Atalanta, a sette giorni dal derby. Sono passate sette settimane, la sua Roma è caduta e si è rialzata e adesso lui non vede l’ora di riprendersela. E poi il 15 novembre gli evoca ricordi felici. Tredici anni fa, nel 1998, guidava la Roma di Zeman in un indimenticabile 2-0 alla Juve all’Olimpico. Era la prima volta che le due squadre si incontravano dopo l’estate calda segnata dalle parole del Boemo («il calcio è finito in farmacia»), in Curva gli striscioni ironici su Moggi e la creatina si sprecavano, segnarono Paulo Sergio e Candela e tutti a casa. Talmente bello che alla fine qualcuno accennò i caroselli con le macchine. Nel 2001, invece, il Capitano campione d’Italia incassava i complimenti di Ronaldo, che oltre a suggerirgli di non prendersela troppo per la mancata assegnazione del Pallone d’Oro, confessava di pensare a un futuro a Roma. Prospettiva mai realizzata, ma comunque suggestiva – come le parole di Prandelli oggi. Quanto all’azzurro, lì il 15 novembre parla di un’amichevole con la Romania nel 2003: in panchina c’era Trapattoni, si giocava ad Ancona e Totti raccoglieva la presenza numero 38 giocando dal primo minuto. Suo il sontuoso lancio di trenta metri (e di spalle) per servire in profondità l’amico Marco Di Vaio, che mise a frutto tanta bellezza firmando la rete del definitivo 1-0. Oggi, fra allenamenti, azzurro e prospettive impensate, Totti aspetta un ritorno atteso. Non per caso, un giorno.

 

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