(L.Pelosi) – Stasera ci sarà anche lui. Ospite della Figc, invitato in qualità di campione del mondo 1982, per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia con questo Italia-Uruguay. Lui è Bruno Conti, che del Mondiale ’82 fu anche il miglior giocatore. «Sono contento di partecipare a questo evento – ha detto a Radio Manà Sport – mi ha fatto molto piacere la chiamata di Antonello Valentini. Ci saranno Daniele De Rossi, Alberto Aquilani e Simone Pepe, che sono cresciuti con noi a Trigoria. Ricordo quando andai a prendere Daniele durante un provino all’Ostiamare». E il discorso scivola subito proprio su De Rossi, la cui firma sul rinnovo del contratto è imminente. «Per lui – racconta Conti – rifiutammo un’offerta di settanta milioni di euro dal Chelsea, qualche anno fa. Rosella Sensi disse no. Resterà alla Roma. Che possa andare via è il mio ultimo pensiero». La Roma del futuro sarà costruita intorno a lui e intorno ai giovani che sono arrivati quest’anno. «Pjanic mi ha entusiasmato – racconta Conti – ma anche Bojan, che si è sempre fatto trovare pronto quando è stato chiamato in causa». E Luis Enrique? «È un allenatore giovane, uno che sul campo ti fa migliorare, è bravo a parlare con tutti, ha creato un grande gruppo. Non ho mai sentito nessuno della rosa lamentarsi di lui». Alcuni giocatori l’hanno paragonato a Spalletti: «Hanno entrambi la cultura del lavoro, Luis, come Luciano, lavora dalla mattina alla sera a Trigoria. Ai tifosi della Roma dico di avere pazienza e aspettare, si sta portando avanti questo programma nel modo giusto. Non si può avere tutto e subito, ma tra un po’ di tempo potremo dare filo da torcere a parecchie squadre». Infine, il vivaio giallorosso. Venuto su decisamente bene nel tempo grazie al suo lavoro, anche adesso sta sfornando altre promesse, già viste in prima squadra, come Viviani, Verre e Caprari. «Credo siano pronti per il grande salto – dice Conti – Luis Enrique ha fatto cose importanti per loro. Ma ce ne sono anche altri da tenere d’occhio, tipo Ricci del ’94. Questa società lavora con i giovani, è importante. In più, sono arrivati manager di grande spessore, non ci sarà da preoccuparsi per il futuro. La nostra filosofia è sempre stata quella di andare a prendere giovani dalle squadre affiliate. Non abbiamo mai avuto grande risorse, eppure per quanti giocatori sono usciti possiamo dire di stare ai livelli dell’Inter. Con il cambiamento societario si potrà solo da migliorare. Come sapete, io mi occupo dai ’96 all’ultima squadra, Sabatini e Luis Enrique controllano Allievi e Primavera». Ultimo pensiero per Andrea Stramaccioni, passato alla primavera dell’Inter:«Voleva fare un salto di qualità allenando una squadra di calciatori più grandi, diversamente non si poteva fare».