(T. CARMELLINI) – Ci dovrà pensare ancora una volta lui a tirar fuori la Roma dalle sabbie mobili, a rimettere in piedi un gruppo ferito anche al suo interno che sta cercando, invano, la strada giusta per tornare a sorridere. Ci penseràFrancesco Totti, 35 anni suonati, diciannove dei quali vissuti con la maglia giallorossa addosso, campione del mondo: in una parola sola… il capitano. La Roma si appoggia di nuovo a lui per superare la mini-crisi innescata dopo il ko a Udine, ma soprattutto dopo gli screzi all’interno dello spogliatoio che hanno portato all’esclusione di Osvaldo proprio per la sfida delicatissima sfida in programma domenica pomeriggio a Firenze. Una scelta difficile che ha visto la società schierarsi ovviamente al fianco del tecnico e sorreggere la linea del «pugno duro» con l’attaccante italo-argentino. Una strada, quella imboccata dalla Roma in questa vicenda, che adesso non può più abbandonare per evitare una figuraccia. Certo, con Borriello e Borini in dubbio e Totti ancora non al cento per cento, sostenere la linea che vuole Osvaldo fuori a tutti i costi, è molto rischiosa: un altro ko sarebbe letale per questo gruppo ancora in via di costruzione, quanto per la credibilità del nuovo allenatore. Ma il Capitano, ancora all’inseguimento del primo gol stagionale, dovrebbe farcela. Anche ieri ha svolto l’intero allenamento e si candida seriamente a una maglia da titolare per la sfida del Franchi con la bestia nera Delio Rossi. Totti si era fermato lo scorso primo ottobre in occasione della sfida all’Olimpico contro l’Atalanta per quel problema muscolare che aveva fatto intuire subito la sua «profondità» e attorno al quale si è ricamato fin troppo: come spesso accade in questa città fatta di vedovi, spifferi e riportini. «Totti lo rivedremo l’anno prossimo… con calma, molta calma» aveva detto più di qualcuno rispolverando le polemiche con il dg Baldini.Poi il rientro in campo contro il Lecce: ventisei minuti giocati a buon ritmo prima dell’ennesimo stop arrivato nell’allenamento del martedì successivo per una botta (bissata poi il giorno dopo) alla caviglia sinistra: sempre quella. Un colpo poco al di sopra della placca innestata nel 2006, dopo il famoso infortunio prima del mondiale poi vinto in Germania con la maglia della nazionale. Quindi il lento recupero e la luce che riappare in fondo al tunnel prima dell’ultimo stop: la botta di Greco, incredibile ma vero sempre sullo stesso punto, nell’allenamento di lunedì. Nessuna ricaduta però visto che ieri il Capitano si è allenato col resto del gruppo consentendo a Luis Enrique di ipotizzare soluzioni alternative ai soli Bojan e Lamela. Intanto ieri sera, proprio per metter fine alla querelle Osvaldo-Lamela, la squadra si è ritrovata a cena al Casa Novecento all’Eur (con l’organizzazione di Totti e Borriello). Un segnale più che positivo per questa Roma che continua a cercare il giusto feeling in campo e fuori. Ovviamente il conto lo hanno pagato Osvaldo e Lamela. Il giovane argentino? Ha ordinato una pizza…