(F.Maccheroni) Sembra un paradosso, ma la Roma che sale al quinto posto battendo il Lecce e rischiando qualcosa nel finale, convince più di una Lazio che è in testa alla classifica con la Juve (che ha una partita in meno). La Roma a tratti annoia, a tratti esalta, ma è giovane, ha una finestra sul futuro e si è conquistata rispetto. La Lazio porta a casa punti straordinari come quello di Napoli, subisce pochissimi gol, ma deprime. Deprime perché non ha gioco, perché aspetta. E sembra un controsenso per una squadra che è trascinata da un uomo che per legge anagrafica non può più aspettare: Klose. Reja ha vinto un punto sulla ruota di Napoli (con le assenze di Dias e Klose, un miracolo), ma così non si va da nessuna parte. Difficile capire dove arriverà la Roma. Ma è chiaro che giocherà un suo calcio, con tanti giovani di talento piovuti tutto in una volta, come non ricordavamo da tempo. Con alcuni elementi di statura internazionale come Gago, Pjanic e Lamela, esce dalla barzelletta di Barcellona dei poveri e rivendica una sua identità, lontana dai fenomeni di Guardiola. Mentre la Lazio anche lassù dà l’impressione di doversi guardare sempre alle spalle.