(F.Balzani) «Ora viene il bello». Luis Enrique si sfrega le mani. La sua Roma dal biberon è passata ai primi passi e contro il Lecce, oltre a vincere, ha convinto anche i più scettici. «È vero, siamo in grande crescita – conferma Lucho -.Sono soddisfatto per la prestazione e per il risultato che ci va stretto. Non abbiamo chiuso la partita e abbiamo rischiato. Però anche soffrire fa crescere e aver tenuto la guardia alta è positivo». Ora però è il momento degli esami veri. «Siamo attesi da 4 sfide durissime, ma sono ottimista. In certe occasioni i giocatori trovano lo stimolo in più e questa Roma si sta avvicinando a quello che desidero». L’azione del gol di Pjanic, in effetti, è il miglior spot del suo concetto di gioco: 18 passaggi utili consecutivi e palla spinta in rete a un centimetro dalla riga di porta. «Non siamo ancora perfetti, ma il percorso è quello giusto», ha ribadito il tecnico. Parte del merito di questa crescita va a Lamela: «In questo momento ci dà qualcosa in più grazie alla sua capacità di saltare l’uomo, ma andiamoci piano prima di definirlo un fenomeno. È molto giovane». La sensazione è che Luis Enrique abbia trovato il giusto assetto in attacco. Senza Totti. Il capitano, a due mesi dall’infortunio, è entrato nel secondo tempo ma non ha inciso mentre il suo digiuno dal gol è salito a 184 giorni. Ha trovato il suo primo gol, invece, Pjanic: «Fatemi ringraziare Taddei per l’assist, di solito sono io a farli». Il brasiliano è stata la mossa a sorpresa ed è stato il migliore del reparto arretrato. «Io non ho mai mollato – ha detto Taddei – per me il calcio è la vita e voglio giocare qui ancora tanti anni». Capitolo De Rossi: ieri si è incontrato con DiBenedetto ma non ha ancora sciolto i dubbi sul suo futuro. «Spero resti. È’ un giocatore unico che sa giocare in più ruoli», ha concluso Luis Enrique.