(Repubblica – M.Pinci) – «Roma è come Rio».La certezza con cui Adriano, soltanto un
anno fa, metteva piede nella capitale, è oggi una cartolina sbiadita. Domenica a Novara, con ogni probabilità, nessun brasiliano indosserà la maglia della Roma. Non certo la prima volta in questa stagione. Perché del portoghese do Brasil, da sempre seconda lingua romanista, nessuno a Trigoria sente la saudade. Il rinnovamento oggi parla spagnolo, a cominciare daLuis Enrique.
Un’epurazione: degli otto brasiliani giallorossi di un anno fa, dopo gli addii diBaptista, Adriano, Doni e Julio Sergio, sono rimasti in quattro. E, tra l’altro, con minutaggio minimo: maglia nera è Cicinho, il giallorosso meno impiegato con 17 minuti appena in campionato. Poco più fortunato Taddei, 90’ con l’Inter, poi più nulla: meglio costringereJosè Angel agli straordinari. Dopo il gol all’Atalanta, 2 gare e 103 minuti, è caduto nell’oblio anche Simplicio. Ma il vero “caso” è Juan: un anno fa più utilizzato di Burdisso e Mexes.
Dopo il guaio al ginocchio che lo ha fermato in estate, una lunga attesa, la smania di rientrare, qualche frecciata dall’allenatore («Non si allena ancora come vorrei»).
Poi, due match e altrettante sostituzioni, l’ultima per uno stop che lo fermerà un mese. E un broncio lungo così, che martedì Baldini ha provato ad ammorbidire. Complessivamente i 4 brasiliani, che costano alla Roma 13 milioni annui, hanno collezionato appena 365 minuti, 5 in meno del solo Bojan. Il simbolo della revolución:
più giovani, meno cari e — soprattutto — di lingua spagnola. ABurdisso e Pizarro, si sono aggiunti 4 argentini (Gago, Heinze, Lamela, Osvaldo) e i due spagnoli, oltre a Luis Enrique.
Che ieri, con i giocatori costretti a Trigoria fin dalle prime ore del giorno per dei prelievi di sangue, ha acconsentito ad anticipare gli allenamenti alla mattina, anche per limare qualche muso lungo. Ieri Totti ha ripreso a calciare. Dopo la sosta, ci sarà.