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GAZZETTA DELLO SPORT. Attacca, aiuta, difende Lamela è un tuttofare

Lamela

Alla vigilia della trasferta di Napoli, Luis Enrique aveva incensato le qualità tecniche e, soprattutto, lo spirito di sacrificio di Edinson Cavani, attaccante che sa mettersi a disposizione della squadra ed è il primo a correre in soccorso dei compagni. Ovvio che questo discorso fosse indirettamente rivolto alle sue punte, cui chiede sempre di rientrare e di partecipare alla fase difensiva. Bene, per una volta i giocatori della Roma hanno tenuto le orecchie ben aperte e ascoltato i suggerimenti del loro allenatore: Lamela su tutti. Il ragazzino ha corso tantissimo, si è messo di traverso ogni volta che Maggio è partito come un Frecciarossa sulla fascia destra, ha contrastato e recuperato palloni su palloni. Insomma ha giocato, come desidera Luis Enrique e come richiede il calcio moderno, in modo totale. I numeri gli danno ragione: nei 72 minuti che è rimasto in campo Lamela ha vinto 5 contrasti, ha recuperato 4 palloni (ne ha perso soltanto 1) e ha addirittura commesso 2 falli. Una prestazione di sostanza: ai fronzoli (e che fronzoli, se pensiamo all’azione dell’1-0) ha unito la concretezza.
Rincorrere e ripartire Da un attaccante, di solito, si pretendono spunti in velocità, movimenti, dribbling e tiri. Ma la differenza, oggi, si vede soprattutto nella capacità di partecipazione alla manovra. In pratica, non vanno più di moda le punte che stanno in mezzo all’area ad aspettare il pallone: bisogna muoversi, aiutare, essere pronti a rincorrere e a ripartire. Bene, sapete quanti palloni ha toccato Lamela: 41. E, considerando che è stato schierato da attaccante esterno, è una quantità elevata. Per capirci, De Rossine ha toccati 80, ma è l’uomo-faro della squadra, quello che sta al centro dell’azione e fa girare il motore.
Tiro preciso Elogiate le qualità «difensive» dell’attaccante Lamela, non vanno trascurate le doti nella zona calda. Meraviglioso lo scatto con il quale ha bruciato due difensori e ha piazzato il cross sul quale De Sanctis ha combinato il patatrac. Bello il tiro che è andato a sbattere sul palo: un sinistro preciso e potente. E ottimo il movimento di smarcamento che testimonia quanto e come Lamela si sia perfettamente inserito nei meccanismi della Roma. Ha soltanto 19 anni, i margini di miglioramento sono enormi. Ma il più, questo va detto, lo ha già fatto: Lamela ha capito come si deve giocare nel campionato italiano.
Zero pressing Che il «bambolo» di Buenos Aires sia andato oltre le aspettative lo dimostra il confronto con Cavani. L’uruguaiano non si è quasi mai visto. Soltanto 26 i palloni toccati e 2 i tiri effettuati. Troppo poco per uno come lui. E a certificare la serata no ci sono pure i 4 palloni malamente persi. Cavani non ha fatto, come ci ha abituato, il solito lavoro di pressing sul portatore di palla, si è sacrificato pochissimo, non è rientrato in fase difensiva. Di Cavani si ricorda soltanto una bella zuccata neutralizzata da Stekelenburg: Lamela, che ha pure giocato di meno (in termini di minutaggio), se l’è mangiato. E per una notte si è vestito da Matador.

Fonte: gazzetta dello sport

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