Cesare Prandelli ha espresso il suo parere sullo scandalo calcioscommesse. Ecco le sue dichiarazioni su ciò riguarda lo scandalo delle partite combinate nel calcio:
La sua normalità in uno spaccato anormale, smisurato, sputtanato.
“Le scommesse mi mettono addosso tristezza. Una partita finisce condizionata da appetiti criminali che partono dall’altra parte del mondo e arrivano dentro gli spogliatoi. E’ pazzesco non avere difese, lasciar passere questo buio”.
Una parte del marcio è affiorata grazie a un comportamento “normale”.
“Per questo ho chiamato il giocatore del Gubbio, Simone Farina, a Coverciano. Merita di respirare l’aria della Nazionale. Sono importanti la normalità, la serietà. E’ una buona storia per ricominciare”.
E’ la crisi di un Paese intero, il calcio non è un’isola.
“Il comportamento di una comunità, di uno Stato, lo fanno le persone. La loro etica e la loro morale. Questi sono i dirigenti che abbiamo. Io parlo di calcio, perché l’ho vissuto. Serve l’esempio, la capacità di negarsi davanti ai comportamenti scivolosi. Quando giocavo e poi allenavo all’Atalanta non si organizzavano scommesse. Il direttore era Giacomo Randazzo. Ti guardava negli occhi, capivi che era un “No, non si può fare”. Avevamo timore a chiedergli un biglietto per gli amici, un favore, una concessione. Il contegno di una classe dirigente è fondamentale”.
Fonte: L’Espresso