(A. Ghiacci) – Crisi, sì, ma soltanto di risultati. E’ questa la linea di pensiero della Roma. La dirigenza giallorossa non ha alcuna intenzione di dare il via a ribaltoni tecnici: è sempre più convinta che la strada intrapresa sia quella giusta. Anzi, quello che emerge da Trigoria è che proprio ora, nel momento di difficoltà, bisogna fare quadrato e restare uniti, «bisogna tenere la barra dritta quanto più possibile». Lo spagnolo proverà il rilancio come aveva sottolineato il direttore generale Franco Baldini subito dopo l’amarissima sconfitta di Firenze. Avanti con il lavoro quindi, e la fiducia. Ciò non toglie che nelle prossime partite la squadra dovrà dare segnali importanti. Altrimenti, sempre per dirla con Baldini, «ne dovremo prendere atto…» .
CICLO – Cinque partite prima di Natale, il ciclo che avrebbe dovuto dire di più sulle reali ambizioni che la nuova Roma poteva nutrire in questa stagione. Soltanto che le prime due partite del ciclo sono andate molto male: due sconfitte, cinque gol incassati tra Udine e Firenze, nessuno segnato, la lite Osvaldo-Lamela, le prime crepe, tre cartellini rossi, i segnali di insofferenza dei tifosi sfociati nella contestazione contro Luis Enrique e le basi del progetto.
LINEA – Luis Enrique è saldo al comando della squadra, gode della fiducia del club e ha ancora l’appoggio del suo gruppo. Certo che altri risultati negativi, magari accompagnati da prestazioni che lasciano a desiderare sotto più punti di vista come sono In caso di nuovi risultati negativi, Luis Enrique, che ha più volte detto di non pensare ai soldi, potrebbe lasciare state le ultime, farebbero precipitare la situazione. L’eventuale decisione di fare retromarcia, per la società, sarebbe una sconfitta: «un calcio più godibile» aveva detto Baldini parlando di quello che aveva visto nelle sue esperienze in Spagna e in Inghilterra. Ee è quello che, aiutato dai collaboratori scelti per il nuovo corso, il ds Walter Sabatini e l’ad Claudio Fenucci, sta provando a portare a Roma.
DECISIONE – Ora però, per dare nuova forza all’idea, c’è assoluto bisogno di risultati. O quanto meno di prestazioni all’altezza della situazione. Nel senso: i tifosi, dall’alto del motto «mai schiavi del risultato» , pensano che si può anche perdere, ma certo vogliono vedere gioco e grinta. Luis Enrique lo ha capito, ne è consapevole. Come sa che Juve, Napoli e Bologna decideranno il suo futuro. Perché hai voglia a chiedere pazienza, ma se dovessero arrivare altre prove stile-Firenze, come un’epidemia l’esaurimento di pazienza contagerebbe sempre più tifosi. E a quel punto servirebbe una presa di posizione da parte di qualcuno. Società o tecnico? Più la seconda, visto che l’esonero costerebbe e Luis Enrique ha detto di non farlo «per i soldi…» e di non essere «attaccato alla poltrona…» .