(A. Ghiacci) – Le pazzie del calendario, o meglio di chi lo ha stilato, sono riuscite nell’impresa: Roma-Juventus, superclassica del calcio italiano, di lunedì sera non ha affatto lo stesso sapore. Tutto troppo strano: l’attesa, l’avvicinamento allo stadio Olimpico, i minuti all’interno dell’impianto del Foro Italico prima del fischio d’inizio. La speranza è che qualcuno se ne sia reso conto.
BIGLIETTI – Dopo i problemi accusati in mattinata, il sistema ha cominciato a funzionare. La Roma, grazie anche agli accordi raggiunti nei mesi scorsi con il Coni, ha riaperto dopo anni il botteghino nei pressi dello stadio; un modo per convincere gli indecisi dell’ultim’ora, quelli che nelle stagioni scorse erano stati scoraggiati dai larghi tempi di anticipo con cui bisognava acquistare il tagliando, solo presso le ricevitorie e gli store abilitati. (…)
ATTESA – Ritmi lenti però. Da lunedì sera, appunto. I tanti tifosi juventini, quasi 6.000, fin dalle sette e mezza, dominano all’interno dello stadio: si sentono solo i loro cori, i tifosi giallorossi se la prendono comoda nelle operazioni da epletare di fronte ai vari ingressi. Un quarto d’ora prima del via però, la fotografia regala uno stadio quasi pieno, a cui fanno da cornice un cielo sereno e una luna ben visibile sopra la tribuna Tevere. Chiusi negozi e uffici, la gente è riuscita ad arrivare appena in tempo e il calore sale, come sempre, nel momento in cui le due squadre fanno il loro ingresso in campo per il riscaldamento. (…)
FORMAZIONI – Gioco di sfottò, classico, al momento delle formazioni. Qualche fischio della curva Sud quando l’altoparlante pronuncia il nome di Luis Enrique. Poi uno striscione che recita un verso di Trovajoli caro a Rugantino: «Roma nun fa’ la stupida stasera…». Cinque minuti e la Roma, con il gol di De Rossi, lascia intendere che non lo farà. Per i 90′ la gente si scorda che è lunedì. E alla fine, quando ci ripensa, capisce che l’unica cosa buona è che dal risveglio, da stamattina, almeno la settimana lavorativa sarà un po’ più corta (…)