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CORRIERE DELLO SPORT. Le scelte vincenti di Lucho

L'esultanza di Taddei dopo l' 1-0

(R.Maida) – A un certo punto l’incapacità di capirsi è diventata il pretesto per creare una pozione magica. Dal vuoto in cui stava precipitando, Luis Enrique ha ripreso la Roma per i capelli riportandola in quota con una virata più brusca di quello che i dirigenti vogliono far credere. […]

EMOZIONE – Ma la nuova Roma ha fatto anche di più, a Bologna, in una serata di freddo fuori e fiamme dentro: ha trasmesso una sensazione di compiutezza che fa gonfiare il petto al suo popolo. La traduzione di questo meccanismo psicologico è nelle parole di un avversario speciale, Marco Di Vaio, romano e tifoso laziale: «Raramente avevo visto una squadra dominare in questo modo» .[…]

IL CAPITANO – Punto primo: Francesco Totti. Contro la Fiorentina l’aveva lasciato in panchina perché non lo vedeva pronto; nella settimana successiva gli ha parlato, lo ha stimolato, lo ha responsabilizzato. Si è aperto alle novità, alla necessità di imparare qualcosa. La differenza aritmetica è a conti fatti spaventosa: con Totti in campo la Roma ha conquistato 18 punti in 9 partite, due punti per volta, perdendo con molta sfortuna solo contro il Cagliari; senza Totti, sono arrivati 6 punti in 7 partite, media 0,85, con addirittura 5 sconfitte.

LA GESTIONE DEI MALANNI – E’ stato determinante Totti, certo. Ma è stato bravo Luis Enrique a convincerlo ad accettare il ruolo di centravanti finto, frenandolo quando era determinato a rientrare in fretta dall’infortunio. Ha preferito sacrificare le partite di Udine e Firenze pur di non compromettere la stagione del suo giocatore migliore. I due ora si intendono con uno sguardo. E la squadra respira classe. La gestione dei recuperi è uno dei meriti che lo spogliatoio riconosce al capo: niente è forzato, chi non è al top resta a casa.[…]

L’INTENSITA’ – Luis Enrique lavora sull’aspetto comportamentale anche quando prepara tatticamente le partite. La mossa tattica di allargare Osvaldo e Lamela, con Totti in mezzo, funziona perché gli interpreti hanno deciso di farla funzionare. Essendo stato un calciatore importante, Luis Enrique riconosce la qualità. Ma cerca di metterla al servizio dell’interesse comune. Per questo pretende che tutti collaborino alla fase difensiva e alla fase offensiva: a Bologna la Roma ha fatto quasi il 70 per cento del possesso palla avendo in campo contemporaneamente Totti, Osvaldo, Lamela, Pjanic e Simplicio. E concedendo quasi nulla in difesa.

OSSATURA – L’altra vittoria di Luis Enrique è aver restituito alla Roma, intesa come società, giocatori che sembravano (s)finiti dalle logoranti stagioni passate: ad esempio Juan e Taddei, passati in poche settimane da esclusi a pilastri, ma anche Simplicio, sulla cui valutazione l’allenatore si era sbagliato e si è corretto. Risultato: dopo mesi di laboratorio, adesso esiste una squadra base. Tra Napoli e Bologna, tra domenica e mercoledì, soltanto Pjanic ha ritrovato posto tra i titolari. Il resto non è stato toccato[…]

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