(A.De Pauli) – Il mare d’inverno, un concetto piuttosto considerato tra giocatori e staff tecnico giallorosso. Ma se Totti, che è andato a sguazzare alle Maldive, e la nutrita truppa di sudamericani, volata a rosolarsi sulle spiagge surriscaldate dal sole estivo che campeggia sull’emisfero australe, arraffando un fugace anticipo di Ferragosto, sembrano aver tradito, per certi versi, lo spirito della poesia di Enrico Ruggeri, interpretata appassionatamente dalla voce graffiante di Loredana Bertè, Luis Enrique, tornato in Spagna a godersi le sue città e le sue onde, sembra aver colto a pieno l’idea che stava alla base dell’ispirata hit, che ha immalinconito un’intera generazione, nella prima metà degli anni 80. Che i tifosi romanisti non si preoccupino, comunque: Lucho è tutt’altro che triste, ora che, con le ultime prove convincenti, si è lasciato alle spalle le perplessità che hanno accompagnato i suoi primi mesi all’ombra del Cupolone.[…]
VOGLIA DI VACANZA- I 6 punti negli ultimi quattro giorni prima della sosta natalizia chiudono brillantemente la prima fase del progetto Luis Enrique. Il primo scoglio, rappresentato da un fragrante panettone, è stato superato. La palla circola sempre più fluida e rapida, le amnesie difensive si fanno meno frequenti e la rete avversaria inizia ad essere scossa con maggior puntualità. Ai più è parsa davvero inopportuna, così, la sosta natalizia, che ha troncato il crescendo di euforia e convinzione che ha pervaso lo spogliatoio romanista, ma non al saggio Luis Enrique, che anzi anelava da un po’ di tempo a un momento di quiete, per poter riflettere sul suo primo autunno in Serie A e sul prossimo futuro. «La pausa è meravigliosa», aveva confidato sollevato, dopo il 2-0 di Bologna. «Eì bello avere finito l’anno così, ma ora i ragazzi hanno bisogno di rilassarsi con le loro famiglie».[…]
INCURSIONI ROMANE- Detto fatto, ed ecco Lucho apparire improvvisamente a Barcellona, a dar un’occhiata alla casa lasciata in tutta fretta, quest’estate, e ad approfittare per godersi qualche passo sulla spiaggia cittadina, accarezzata da qualche menzognero raggio primaverile. Più severo il clima nella sua Gijón, con gli schiaffi del vento e la vera e propria rimpatriata familiare, e quell’Oceano sul fondo, che rasserena e ricarica. Un paio di chiamate, gli amici di sempre e un po’ di sana invidia per i vecchi compagni di triathlon, che mentre lui era impegnato ad esportare una filosofia in Italia, macinavano bracciate, pedalate e scatti, nell’infinita sfida con loro stessi. A pochi chilometri di distanza, c’è il fido allievo José Ángel a fargli tornare in mente la sua attuale sfida e i campi di Trigoria e, poi, ci sono le chiamate del quartier generale giallorosso, che l’aggiornano costantemente sui movimenti di mercato. […]