(A. Maglie) – La Roma non dura lo spazio di un mattino o di una serata. Seconda vittoria consecutiva in trasferta, terza prestazione convincente dopo quelle offerte contro la Juve e il Napoli. Peccato che a «sporcare» un successo sostanzialmente incontestabile abbia provveduto un arbitro che ha scatenato le ire dei bolognesi, squadra e tifosi, ire, peraltro, non infondate. La Roma ha sistemato il risultato in un primo tempo sfavillante; nel secondo ha gestito affidandosi a tre interventi di Stekelenburg nei momenti più complicati. Il Bologna ha sbagliato quarantacinque minuti e non è riuscito negli altri quarantacinque minuti a produrre un mutamento di rotta tale da ribaltare l’andamento della gara tanto è vero che se da un lato ci sono state tre parate di Stekelenburg, dall’altro due volte Totti, due volte Lamela e una volta Osvaldo hanno avuto l’occasione per chiudere definitivamente la partita. La Roma è maturata: a volte è ancora leziosa, gigioneggia con la palla ritardando cambi di gioco o verticalizzazioni che possono produrre maggiori danni nelle difese avversarie. Il Bologna deve ritrovare brillantezza offensiva. Ieri ha pagato la serata storta di Di Vaio e le imperfette condizioni fisiche diRamirez (…) Forse una Roma così il Bologna non se l’attendeva. Ma sin dalle prime battute si è capito che in questa squadra qualcosa è avvenuto. La scintilla scoccata contro la Juve, diventata un incendio nella trasferta di Napoli, è stato l’annuncio di una fioritura. Liberatasi da alcune paure, favorita dalla crescita di alcuni nuovi come Osvaldo e Lamela, messi da parte alcuni integralismi inutili e trovato il giusto equilibrio tra possesso palla (sempre sontuoso) e verticalizzazioni improvvise, la squadra giallorossa ora è pienamente consapevole dei propri mezzi e sul terreno di gioco del Dall’Ara coerentemente con quanto predica il suo tecnico, ha deciso di fare la partita. (…) La squadra di Pioli è andata in crisi sulle corsie esterne, soprattutto a destra perché Lamela e Osvaldo (che spesso si scambiavano la posizione) allargandosi mettevano in allarme Crespo e Morleo obbligandoli a un lavoro di marcatura. Da dietro, a quel punto, si inserivano Taddei e Rosi che incontravano scarsa resistenza perché Ramirez e Diamanti non davano alcun contributo alla fase difensiva (non a caso nella ripresa Pioli ha inserito Gimenez e Mudingayi sistemandosi con il 4-2-3-1 per garantirsi maggiore copertura). In mezzo, poi, con Simplicio, Luis Enrique ha trovato l’uomo giusto per gli inserimenti centrali. Se Totti fosse stato più spietato in fase realizzativa, la Roma sarebbe andata in vantaggio già dopo cinque minuti. Non ha sbagliato, invece, al 17′ Taddei che ha raccolto una palla venuta fuori dall’area (rinvio di Perez di testa) dopo una punizione battuta da Totti: il romanista ha potuto coordinarsi e colpire al volo con precisione confidando sul fatto che nessun bolognese è andato a contrastarlo (e su un intervento non impeccabile di Gillet). (…) Il nuovo assetto tattico ha provocato un certo risveglio del Bologna che ieri ha deluso soprattutto in rapporto alla bella prestazione offerta contro il Milan. L’unico che ha provato a tenere a galla la barca è stato Diamanti che almeno un paio di volte nella ripresa ha costretto Stekelenburg a scaldare i guanti e le mani (esercizio quanto mai proficuo in una serata piuttosto fredda). Ma è nel gioco collettivo che gli emiliani sono un po’ mancati, lacune sottolineate da alcune prestazioni opache (Di Vaio, Ramirez, Morleo, Crespo). Certo non è stata brillante la prestazione dell’arbitroDe Marco che non ha visto un contrasto nell’area romanista (…)