(A. Ghiacci) – No, per ora la Roma non cambia. Per ora però. Come previsto, infatti, la sconfitta di Firenze ha aperto le prime vere crepe tra il club e la parte più importante di tutto il sistema, vale a dire i tifosi. E la partita di lunedì prossimo, quando all’Olimpico arriverà la capolista Juventus, sarà un nuovo importante banco di prova: cosa potrebbe accadere in caso di nuova sconfitta? Potrebbero arrivare le dimissioni di Luis Enrique. L’ipotesi non è così remota: il tecnico spagnolo sta dando tutto se stesso, non ci dorme, lavora tutto il giorno alle possibili soluzioni, è convinto delle scelte, sente la fiducia della società; ma domenica scorsa ha testato per la prima volta la contestazione dei tifosi.
SOLUZIONI – A quel punto la Roma, la nuova Roma targata DiBenedetto-Unicredit e condotta dalla “triade” Baldini-Sabatini-Fenucci, sarebbe di fronte all’obbligo di cercare una soluzione alternativa. Come potrebbe essere quella legata al nome di Carlo Ancelotti. Se ne è parlato tanto, in passato. Perché è un allenatore che fa parte del top del panorama internazionale e, in più, è già amato dal pubblico giallorosso. A Roma, in giallorosso, si impose come grande centrocampista, quando, ai tempi in cui giocava, arrivò giovanissimo dal Parma e fu protagonista del secondo scudetto della storia romanista. Ma l’ipotesi, oggi come oggi, è complicata. Per due ragioni. La prima è economica: Ancelotti, fino al termine di questa stagione, guadagnerà ciò che resta dei 6 milioni annui che Abramovich e il Chelsea gli hanno garantito con il contratto firmato due anni fa.
IPOTESI – Un’altra ipotesi affascinante è quella che porta a Rafa Benitez. E questa, almeno a livello tecnico, ci potrebbe sicuramente stare. Tatticamente, per esempio, il gioco che imposterebbe l’ex tecnico dell’Inter, si sposerebbe con le caratteristiche dei giocatori della Roma. Benitez è un tipo di allenatore, inoltre, che non disdegna il lavoro con i giovani. Il problema, casomai, è ancora economico: lo spagnolo è abituato a ingaggi molto alti e a lavorare con un gruppo di collaboratori molto nutrito.
ALTRI – Le altre piste sono difficilmente percorribili, e portano soprattutto a tecnici che sono attualmente liberi da vincoli contrattuali. Come Marcello Lippi, che di fronte a una chiamata da Trigoria, anche se ha più volte detto che aspetta una chance dall’estero, non esiterebbe a dire sì. O come Roberto Donadoni, che dopo essere stato esonerato da Cellino a Cagliari prima dell’inizio del campionato, è in attesa di una nuova chiamata e potrebbe rappresentare una buona soluzione. Ancora: Walter Zenga, che di fronte a una chiamata della Roma potrebbe lasciare subito l’Al Nasr. Poi Gigi Del Neri, che è libero dopo aver concluso l’ultima stagione sulla panchina della Juventus. Poi Frank Rijkaard, che in caso di chiamata non ci metterebbe tanto a svincolarsi dalla federazione araba. Infine Sven Goran Eriksson, ex allenatore giallorosso (ma anche della Lazio) che ha concluso l’avventura al Leicester: in più degli altri ha l’esperienza e il fatto di conoscere già l’Italia e, soprattutto, Roma.