( M.Cecchini) Quanto devono essersi sentiti importanti quei 3-4 ragazzi che gli hanno detto in faccia: «Nun sei più bbono»? Qual è il calcio che li ha cresciuti per insultarlo davanti ai figli?
Ecco, la chiave per comprendere l’amarezza di Francesco Totti è tutta qui: nei volti di Cristian (soprattutto) e Chanel pronti a scoprire per la prima volta l’altra faccia di un’adorazione pagana verso il loro papà.
LUI E GLI ALTRI Partiamo da un paio di certezze: chi lo ha offeso parla a nome di una sparuta minoranza; Totti non ha intenzione di lasciare la Roma; il rigore sbagliato contro la Juve è stato psicologicamente pesante. Ma basta tutto questo per giudicarlo finito? Il mondo del calcio ha detto di no. Ecco qualche citazione, Gigi Riva: «Alla Roma non ci sarà mai più uno come Totti, è bene che se lo tengano stretto. I tifosi devono ringraziarlo». Gigi Buffon: «È una vergogna. Penso che sia lo scandalo calcistico più grande fino ad oggi». Macheda: «Ringraziatelo a vita dopo quello che ha fatto per quella maglia! Da laziale vero lo stimo». L’ex ministro La Russa: «È il numero uno. Se non gioca nella Roma, venga in prestito all’Inter per vincere la sua prima Champions».
LUI E LA SOCIETA’ La domanda è se tutto ciò basta a tranquillizzare il leader giallorosso. Che per motivi anagrafici e filosofici il suo ruolo nella nuova Roma non sia importante come in passato è ormai materia di aneddotica dall’intervista estiva di Franco Baldini. Ora tutto questo è poco importante, tanto più che le incomprensioni (risolte) si sono trasformate in una astinenza da gol da primato. «Speriamo che questo anno finisca presto — ha detto Totti a Roma Channel — Nelle ultime partite non stiamo facendo ciò che potremmo, ma siamo tutti uniti per fare bene». Ieri sia Baldini che Sabatini hanno rasserenato il capitano. Non a caso poche ore prima lo stesso d.g. aveva detto: «La gente dovrebbe usare un po’ di buon senso, perché chi attacca Francesco per un rigore non ce l’ha. Non credo che Totti pensi di smettere e non credo esista la possibilità che lo faccia con un’altra squadra che non sia la Roma».
OSVALDO & BORRIELLO Titoli di coda per l’altra faccia dell’attacco: Osvaldo e Borriello. Si è scoperto il motivo per cui l’italo-argentino non è andato alla cena natalizia. Proprio Totti era andato a prenderlo a casa, ma Osvaldo era alle prese con una accesa discussione familiare. Prima ha fatto attendere il capitano, poi ha detto che sarebbe venuto per proprio conto: non è andata così. Su Borriello, invece, siamo ai saluti. All’estero lo voglio Marsiglia e Tottenham, mentre in Italia lo sogna il Genoa. A proposito, Totti non è in vendita.