(F.Oddi) – Casemiro del San Paolo, Pezzella, Villalba e Cirigliano del River Plate, Riverola del Barcellona: per la Roma di Baldini e Sabatini seguire talenti under 20 in giro per il mondo è una priorità assoluta. Per la vecchia gestione no, ci si affidava a colpi di fortuna e iniziative personali, una di queste, 4 anni fa, rischiò di portare a Trigoria l’obiettivo numero uno della scorsa estate. Amarcord Luglio 2007, i Giovanissimi di Stramaccioni sono a Manchester, ospiti dello United per le finali mondiali del torneo Nike. Lista bloccata a 16 giocatori, tre soli attaccanti, Scardina, Pettinari e Montini, resta fuori Viviani, all’epoca ancora trequartista. Ritmi serrati: partite da 40′, due al giorno, 4 gironi per decidere chi farà i quarti, 6 campi affiancanti, gare in contemporanea. Stramaccioni si divide i compiti col vice Catini, quello che lo scorso anno prenderà il posto di Montella coi Giovanissimi, dopo due giorni hanno visionato le migliori squadre di ’92 del mondo. La Roma non ce la fa: vince le prime tre, perde 1-0 la quarta coi padroni di casa dello United,parità a 3 in testa al girone, baby giallorossi fuori soltanto per differenza reti. Il talento Il regolamento impone che le squadre si fermino per assistere alla finale, quando all’Old Trafford si sfidano Barcellona e San Paolo sulla lista dei brasiliani ci sono tre nomi sottolineati in rosso, su tutti quello del capitano, un centrale di centrocampo di un’altra categoria, 4 gol nel torneo. Gli operatori di mercato non sono ammessi, i pochi giornalisti sono controllati a vista, gli unici a potersi muovere liberamente sono i ragazzi. E i brasiliani, quando sentono parlare di Roma, sono ben lieti di fare amicizia: lo staff giallorosso torna con un foglietto di carta col numero di telefono di Casemiro, consegnato a Trigoria insieme a una relazione dai toni entusiastici. Un tentativo verrà fatto, ma strappare un 15enne alla società più ricca e potente del Brasile era un’impresa disperata. Ci si riproverà a gennaio, 4 anni e svariati milioni dopo.