Da sempre simbolo di un calcio pulito e spumeggiante, Zdenek Zeman, ex tecnico giallorosso, durante un intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, ha espresso un suo giudizio sulla nuona Roma di Luis Enrique e sul recente caso calcio-scommesse. Ecco le sue parole:
Zeman, si è chiesto perché giornali e tv, anche non sportivi, continuano a cercarla?
“Perché la mia è un’immagine positiva del gioco del calcio”.
Eppure lei fa lo stesso calcio da quasi 30 anni.
“La disposizione tattica è uguale, lo sviluppo della fase offensiva no: si cercano sempre nuove strade. Io cerco di semplificare il gioco del calcio: servono fantasia e inventiva e i giocatori devono capire quando usarle e quando no”.
Non è detto però che così si vincano i campionati.
“Non ho mai giocato per non retrocedere, però molti miei risultati sono stati decisi fuori dal campo, come la retrocessione di Avellino (2003-04 dalla B, ndr): di quella squadra però oggi cinque giocatori sono in A (in realtà sono tre: Contini, Nocerino e Sardo, ndr). Io sono felice per le prestazioni”.
Oggi ci sono molti calciatori nei guai per le scommesse.
“Molte partite sono condizionate dall’esterno: prima lo erano dall’interno, come ha dimostrato Calciopoli. Da anni il calcio ha perso credibilità”.
Perché non ha mai fatto denunce a chi di dovere?
“Ne ho fatte due alla Procura federale, non è successo niente. Ma erano altri tempi…”.
Ci sono tre italiane negli ottavi di Champions: buon risultato?
“Solo il Napoli ha convinto, ma senza conferme in Italia”.
La novità Luis Enrique?
“Vuole proporre calcio con molto possesso, ma mi sembra che abbia cambiato. Roma è una piazza difficile se non fai risultati, se li fai è la più bella”.
Cosa le è piaciuto nel 2011?
“il Barcellona, Guardiola, Messi. Può perdere una partita, ci sta. Ma propone un gioco a prescindere dall’avversario, con individualità ben sfruttate”.