(U.Trani) Nuovo calcio, vecchia Roma: il successo del San Paolo si può leggere pure così. Perché se Luis Enrique, con aggiustamenti tattici e coinvolgimenti individuali, sta insistendo sulla sua proposta che non prescinderà mai da un costante atteggiamento offensivo e da un discreto numero di interpreti di qualità, non si può trascurare come l’asturiano abbia dato spazio più alla vecchia guardia che agli acquisti dell’ultimo mercato. Delle 11 novità di quest’estate, solo 4 in campo dall’inizio: Stekelenburg, Heinze, Lamela e Osvaldo. In campionato era accaduto solo una volta, con il Siena all’Olimpico: 1 a 1 deludente, ma i 4 in quel caso erano Kjaer, Josè Angel, Pjanic e Osvaldo.Quest’ultimo l’unico presente nei due match e non a caso a segno sia il 22 settembre che domenica sera contro il Napoli. (…) La svolta di Luis Enrique, insomma, più che nel sistema di gioco è nei singoli. Sale la media dell’età dei titolari, addirittura 28,8 anni (record stagionale, ma a 28 era già arrivata nelle gare contro il Siena e la Fiorentina), anche perché sono 5 gli over 30 utilizzati contro il Napoli: Juan (32), Taddei (31), Heinze (33), Simplicio (32) e Totti 835). In pratica mezza squadra. Bisogna, però, al tempo stesso ricordare una frase che spesso l’asturiano ha ripetuto in questi suoi cinque mesi da tecnico giallorosso: «Io non guardo mai alla carta d’identità dei giocatori». E’, però, esagerato parlare di metamorfosi. Perché Luis Enrique si è presentato al San Paolo senza cinque calciatori da considerare titolari: Burdisso, Kjaer, Pjanic, Gago e Borini (…) Ma di sicuro fa un certo effetto vedere solo 4 nuovi su 11 nella formazione base. Nel derby erano stati addirittura 8. I tre della vecchia guardia impiegati contro la Lazio: Rosi, Perrotta e De Rossi. Tre anche contro il Lecce: Rosi, Taddei e De Rossi che hanno partecipato pure al successo del San Paolo. Questo per dire che l’asturiano comincia ad avere alcuni punti di riferimento. Tra questi Totti (…). Del resto nelle 8 gare senza il capitano, la Roma ha collezionato 5 delle sue 6 sconfitte in campionato. Ma oltre a Totti, non si può trascurare l’utilità di Taddei, usato sia a destra che a sinistra e soprattutto in un ruolo inedito, e il rilancio di Simplicio, il centrocampista che fa gol pesanti e che ha conquistato definitivamente Lucho nella sfida contro la Juve, con tanto di richiesta istantanea a Sabatini di toglierlo dal mercato. Taddei ormai è titolare, Simplicio è almeno il primo cambio (a Napoli la seconda gara dall’inizio in campionato, dopo le due in Europa League). I due brasiliano si sono uniti a Greco, promosso già a Riscone. Adesso va di moda dire che Luis Enrique si è italianizzato. «Mi preoccuperei se fosse così» la sua provocazione alla vigilia della gara di Napoli, dove la Roma almeno per un tempo si è comportata come pretende l’asturiano. «Mi è piaciuta la squadra nella prima parte». Anche perché ha visto il solito possesso palla, 57 per cento, e la netta supremazia nella pericolosità (alla fine 69,9 per cento).
Non è rimasto soddisfatto del tiqui-taca nella ripresa: 41 per cento (in assoluto il Napoli, costretto a rimontare, ha chiuso con il 51). «Fondamentale è alternarlo con le verticializzazioni per non far capire agli avversari l’opzione che scegliamo» ha chiarito. Per dimostrare che il suo resta un calcio offensivo (17 le conclusioni contro il Napoli: 6 in porta) ha inserito Bojan, un attaccante, sul 2 a 0, per Lamela, un’altra punta. L’argentino è, per i minuti giocati, il terzo tra i diciannovenni più impiegato del nostro campionato, dopo Merkel e Aquah. Ma ha debuttato, colpa dell’infortunio, solo alla settima partita del torneo, il 23 ottobre contro il Palermo. Per ricordare che ai giovani di prospettiva Lucho non rinuncerà mai. «Nessuno si allena come lui». Ecco perché è titolare.