Tutti i dirigenti al completo, una sessantina di tifosi fuori l’albergo pronti a sfidare pioggia e vento per una foto coi (blindatissimi) giocatori. E poi ancora Castel Dell’Ovo e un mare agitatissimo. E’ questa la cornice che ha accompagnato le ore che hanno preceduto Napoli-Roma. Una giornata diversa da tutte le altre trasferte: colazione a casa, partenza alle 11 in treno da Termini, arrivo a Napoli centrale intorno a mezzogiorno e poi tutti in albergo. Con la squadra e lo staff tecnico i soli Fenucci e Baldini visto che Sabatini è arrivato più tardi in macchina e Joe Tacopina ha preso il treno del primo pomeriggio. L’albergo che ha ospitato la Roma, il Royal Continental Hotel, a detta dei napoletani – e non solo – è uno dei più belli della città: la vista, sul golfo, è splendida e con gli addobbi di Natale in vista sulla facciata “acquista ancora più luce”. Parole di una mamma napoletana costretta dai figli, tifosi romanisti (per influenza paterna) a rinunciare ai regali per aspettare Totti e compagni davanti l’albergo: “Ma gioca Francesco?”, la domanda di uno dei ragazzini. Domande a cui Luis Enrique risponderà solo dopo le 19 per i tifosi, mentre la squadra viene informata qualche minuto prima. Durante la riunione tecnica, rigorosamente a porte chiuse, sono presenti solo lo staff e i giocatori. I dirigenti restano fuori e quindi, nella hall, si vede Tacopina parlare con Baldini e sorridere. Lo stesso direttore generale, impegnato anche con Fenucci in una lunga e approfondita conversazione, durante il viaggio in treno è stato sempre accanto a Luis Enrique: impossibile sapere cosa si siano detti, si sa solo che il tecnico è arrivato a Napoli piuttosto sorridente, seguito a pochi metri di distanza dal mental coach Llorente, impegnato a scattare foto col telefonino (alcune poi pubblicate su Twitter) e dal vice Moreno, tutti con borsa con pc al collo. Moreno e il resto dello staff erano in tuta, look diverso invece per Luis Enrique, in giacca, pantaloni e maglione. Con tuta e cappello grigio è partito invece Francesco Totti, il più acclamato dai trecento tifosi che hanno accompagnato a Termini la partenza della squadra (e c’era da aspettarselo) e anche dai napoletani che hanno accolto la squadra. Emblematico lo striscione comparso in mattinata davanti l’albergo della Roma: The king of Rome is not dead. Il riferimento, e non ci sarebbe neanche bisogno di ribadirlo, è alla frase pronunciata da un telecronista inglese nel derby dello scorso marzo, quando il Capitano umiliò la Lazio con una doppietta. Qualche tifoso lo fotografa, qualcun altro, invece, aspetta l’arrivo del pullman della squadra. E solo quando scendono Totti e De Rossi lascia partire i flash. Lo stesso succede quando la Roma lascia l’albergo sotto un nubifragio direzione San Paolo dove entra alle 19:18 accolta dalle note di Pino Daniele e da un centinaio, scarso, di tifosi.