(C.Zucchelli) – «La Roma può essere il punto di arrivo della mia carriera». Erik Lamela non si nasconde. Intervistato da Sky e dalla rivista ufficiale del club, l’attaccante argentino, che sta trascorrendo le feste in patria con la famiglia e la fidanzata, si racconta a 360 gradi. Parla di quello che gli piace fare nella sua nuova città «stare con i miei cari e andare a cena fuori», degli obiettivi suoi e di squadra «lottare per la Champions» e non si nasconde neanche in merito alla discussione con Osvaldo dopo la partita contro l’Udinese che tanto ha fatto discutere e che è costata un turno di stop al numero 9 romanista: «Questa lite è il passato – le parole di Lamela – anche perché lui mi ha già chiesto scusa. Una cosa però è certa – aggiunge – non gli ho mai detto: “Tu non sei Maradona”. Certi giornali hanno scritto questa cosa e francamente non capisco come sia uscita». (…) In questo senso la presenza dei genitori a Roma con lui è importantissima: Erik è seguito passo dopo passo, anche Luis Enrique è prodigo di consigli nei suoi confronti e sta sempre ben attento a dosare rimproveri e complimenti. Lamela lo sa e si è affidato in tutto e per tutto al suo allenatore, sposandone la filosofia in partita – gli attaccanti sono i primi difensori della squadra – e in allenamento, dove bisogna dare il 100%. E Lamela non si risparmia mai, come confermato di recente a Trigoria proprio dal tecnico spagnolo: “Lui si allena come un matto”. Al Bernardini viene provato sia trequartista sia punta e non è detto che un giorno non possa essere impiegato anche come interno di centrocampo. A proposito del ruolo, Lamela spiega: «Mi sento un trequartista, mi piace aiutare i compagni durante la partita. Il mio motto è: “Tutti per uno, uno per tutti”, solo così si può diventare una squadra». Roma gli piace, è una tappa importante della sua vita: «Anche se ho solo diciannove anni, questo può essere un punto d’arrivo della mia carriera. Amo stare in famiglia, mangiare fuori e ascoltare la cumbia (musica popolare colombiana, ndr)». L’altra, oltre al calcio, sono i viaggi tanto che quando ha un paio di giorni attaccati si diverte a scoprire l’Italia e l’Europa: è stato a Capri e a Venezia, adesso conta di andare al più presto a Londra e Parigi. In queste sue prime apparizioni da romanista, che sono costate alla società già il primo bonus da pagare al River Plate visto che, contro il Bologna, ha toccato le dieci presenze stagionali, Lamela ha messo a segno un gol e mezzo: è infatti andato in rete al debutto contro il Palermo e si è poi ripetuto, ma con l’enorme complicità di De Santis, al San Paolo contro il Napoli: «Sono contento di quello che è stato il mio rendimento ma sia io sia la squadra dobbiamo lavorare ancora per raggiungere traguardi importanti». Quali? Lamela, che punta anche a essere convocato al più presto dalla nazionale argentina nonostante la concorrenza a dir poco mostruosa in attacco (Messi, Aguero, Tevez e Higuain, tanto per fare i primi nomi) non usa giri di parole e punta a far tornare la Roma nella competizione europea più prestigiosa: «Siamo lontani dal primo posto ma vogliamo e dobbiamo lottare per arrivare in zona Champions».