Roma travolgente, Roma intelligente, Roma natalizia ha spaccato l’Asinello in due, anzi in tre, e ora nel presepio ci sarà solo il bue. Ma il freddo è passato e ora fa caldo. Tanto caldo. Il bambinello può nascere senza paura. Anzi è già nato. Dal San Paolo sta rientrando nella Capitale. E’ sceso in treno. E risale con l’autobus. E canta e fa festa. E ride. E anche Luis Enrique può ridere e gioire. Anche se Mazzarri dice che la Roma ha stregato la partita. Mischiando in modo blasfemo stregoneria e natalità. Con il cuore che faceva male minuto dopo minuto, inginocchiato nella mia stanza, ho tremato e aspettato il tremendo scorrere del tempo. E ho gridato di rabbia e paura perchè volevo chiudere la pratica in fretta. Sapevo che il gol napoletano amplificava la forza di quei colori che non amo a prescindere. Ma io credo nel Natale, mi piace tanto, e la Roma era in debito verso di me e verso centinaia di migliaia di romanisti. Non poteva fallire. E non ha fallito. Ora comincia a regalarci qualche cosa da mettere sotto l’albero per equilibrare l’amore che noi doniamo giorno dopo giorno. Noi romanisti e noi del Romanista in particolare. Questa cooperativa di testardi asturiani più di Lucho che si batte contro tutti, e che ogni giorno, nessuno escluso, vince tutte le leggi della fisica, dell’economia, della finanza e della ragione pur di uscire in edicola e trasformare in realtà due fedi: il giornalismo e la Roma. Rispettiamo entrambe sempre. E ci avviamo a chiudere questo faticoso 2011 con la certezza che la squadra crescerà ora rapidamente, settimana dopo settimana. E ci porterà altri doni da spacchettare già dopodomani sera, ben prima del 25 dicembre. Questa volta da Bologna. Dove anche lì gli Asinelli sono di casa e hanno una piazza e addirittura una torre. Cuciniamoci anche questi e incamminiamoci verso il girone di ritorno con serenità. Magari sempre col treno. Che porta bene