«TotoLuisito» contro «TotoviceVucinic». Tanti punti interrogativi contro uno solo (e nemmeno tanto segreto). Roma e Juve, in questo momento, sono agli opposti per andamento, tipo di vigilia e dubbi di formazione. Luis Enrique, infatti, deve fare la conta per un undici iniziale che sarà comunque sperimentale. Ai già preventivati tris di squalificati (Bojan, Juan e Gago) e di infortunati (Borini, Kjaer e Burdisso), con il passare dei giorni, si è aggiunta una coppia di acciaccati: quella composta da Cassetti e Pizarro (ieri in gruppo ma a corto di allenamenti) che nel migliore e abbastanza improbabile dei casi può sperare in una convocazione d’emergenza. La difesa romanista, quindi, ripartirà dal recupero di Rosi e dallo spostamento di De Rossi, apprendista Mascherano per necessità, accanto a Heinze. Retroguardia rattoppata, centrocampo enigmatico: quasi scontato il ritorno di Pjanic da intermedio, per le altre due maglie sarà una sarabanda, aperta a ogni soluzione, tra Perrotta, Greco, Simplicio (guarito dal torcicollo) e il giovane Viviani. Le gatte da pelare non mancheranno neanche in attacco. Osvaldo è uscito dal castigo e ci sarà, così come dovrebbe esserci il ritorno in pompa magna dal primo minuto di Totti. La terza maglia sarà una questione tra Lamela, stoppato ieri da un leggero problema gastrointestinale assolutamente smaltibile per oggi, e Borriello.
Una volta scelti i tre, occhio alle posizioni: la coppia Lamela-Totti in campo potrebbe anche voler dire doppio trequartista, l’opzione Borriello uno come da prassi. Conte, dal canto suo, non deve più neanche spremersi le meningi per il rimpiazzo di Vucinic: sarà Estigarribia, preferito – salvo sorprese – a Giaccherini e Quagliarella. La diversità del momento, però, si è vista già dalle vigilie: la Roma a casa in attesa dell’adunata di questa mattina a Trigoria, Juve accolta da 300 tifosi festanti a Fiumicino e da qualcun altro al Parco dei Principi, l’hotel scelto per il ritiro. Troppo semplice trovare le differenze.