La volevamo cafona ma in campo è stata educatissima. Rispettosa dei suoi tifosi e, finalmente, consapevole della propria forza. Una Roma svelta, attenta, disciplinata, razionale e illuminata da un ragazzotto di 35 anni con oltre duecento gol in serie A. La partita del capitano si può archiviare con un semplicissimo aggettivo: cosmica. Bello da vedere e imbarazzante da marcare, Francesco Totti ha tolto “la sete col prosciutto” all’immancabile schiera di detrattori che l’accompagna fedelmente da ormai un ventennio. Il 3-1 al Napoli, nonostante le pretestuose dichiarazioni di José Mazzarri, non è stato un successo casuale. Anzi. La squadra di Luis Enrique ha saputo soffrire dall’inizio alla fine e non si è sbragata come accaduto a Firenze due settimane fa. Si è sistemata in campo con logica e voglia, compattezza e spirito di sacrificio. Non si è né italianizzata, né “imbarcellonita”: ha semplicemente giocato a pallone. Che sia stata aiutata dalla fortuna o dall’infortunio di Lavezzi, poco importa. I tre punti non hanno odore o colore fanno classifica e basta. La Roma di ieri, data per disastrata e agonizzante, ha staccato da sola il tubo con l’ossigeno e ha ricominciato a respirare autonomamente. Tre bellissime boccate a pieni polmoni che l’avvicinano al Natale con rinnovata fiducia e l’ambizione che il girone di ritorno possa diventare una sorta di torneo di “clausura”. L’ultimo step, prima di sedersi davanti al camino ad attendere l’uomo con le renne, la barba bianca e il vestito rosso si chiama Bologna. L’ennesima trasferta per coronarie forti e animi coraggiosi. La formazione rossoblu non ha lo stesso ardore atletico del Napoli ma può contare su una ragguardevole dose di agonismo. La sconfitta per 2-1 col Genoa, infatti, è solamente un episodio sfortunato sul cammino salvezza tracciato dal bravo (e sottovalutato) Pioli. Se al San Paolo si è vista la migliore Roma dell’anno, al Dall’Ara servirà la Roma più intelligente della stagione. Una squadra capace di presentarsi in campo con la carica di chi, guardando la classifica, non può far altro che incazzarsi per le infinite occasioni sprecate.
A cura di Piergiorgio Bruni