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REPUBBLICA.IT Luis non cambia idea ”Giusto punire Osvaldo”

Luis Enrique

(Matteo Pinci) La bufera della settimana piovuta sulla Roma dopo la sconfitta di Udine, e esplosa nel caso Osvaldo, sembra aver lasciato un segno sulla pelle di Luis Enrique. Che non deve faticare per lasciarlo trasparire: “Perché lo abbiamo reso pubblico? Sicuramente non io. In tutta la mia carriera da giocatore e allenatore non ho mai parlato di qualcosa che è successo nello spogliatoio”. Quasi una presa di distanze da chi nel club non ha fatto nulla (anzi) per nasconderlo.

“OSVALDO FUORI PERCHÈ CONTA IL GRUPPO” – Sette secondi per rispondere alla prima, inevitabile domanda sulla sberla dello spogliatoio di Udine dell’italo-argentino al compagno Lamela. Poi, un fiume in piena con le idee chiarissime: “La cosa più facile sarebbe stato fare una multa. Ma abbiamo scelto di essere una squadra davvero, che soffre quando perde e si diverte quando vince, che soprattutto si rispetta sempre. Per questo ho fatto questa scelta: il primo passo per essere squadra è avere rispetto di tutti, a partire da chi ci apre la porta a Trigoria. Mi dispiace perché è una punizione che punisce la squadra, ma è la mia scelta e l’ho fatta in base alla mia esperienza come persona, prima che come allenatore”. Una scelta per tutelare l’insieme, quindi: “Perché non c’è un gruppo senza precise regole di comportamento. Se lo fa Barusso lo mettiamo sull’albero, se lo fa Totti gli mettiamo il tappeto rosso?”. Indubbiamente esplicativo, forse un po’ di cattivo gusto.

“BORRIELLO 

NON È PRONTO, TOTTI? NON CONTA IL SINGOLO” – Osvaldo a parte, un altro che non ci sarà è Borriello. Una scelta un po’ a sorpresa, forse anche frettolosa, prima ancora della rifinitura di oggi, ma in linea con le priorità del tecnico: “Non giocherà a Firenze, si è allenato solo due giorni in questa settimana, non è pronto”. Ancora più difficile, quindi, sciogliere l’enigma della quindicesima formazione su quindici gare stagionali: “Per voi sarà ancora più difficile indovinare”. Anche perché concessioni il tecnico non ne fa neanche su Francesco Totti: “Nessuno ha dubbi su cosa sia Francesco per la squadra. Ma non possiamo parlare sempre di un singolo giocatore, diventa stancante. Ne giocano solo undici, gli altri cosa possono fare? Lavorare di più”. Quasi un avviso: anche per questo, al “Franchi”, guadagna punti il tridente Pjanic-Lamela-Bojan. “Ma possono giocare Totti, Caprari…”. Il TotoLuisito, gioco capitolino che premia chi indovina la formazione della Roma, è già ripartito.

“SENTO LA FIDUCIA, DOBBIAMO VOLARE” – Non è certo per questo, però, che dall’inizio della settimana intorno al nome di Luis c’è chi ha iniziato a percepire una certa “aria ostile”. Guai però a farglielo notare: “Io quest’aria ostile non la vedo – giura – cerco solo di essere me stesso. I tifosi mi dicono per strada “dai, forza, fuori le palle”. Io la sento questa fiducia, e lo vedo quando parlo con i giocatori. Poi che risultati faremo non lo so, ma farò tutto il possibile perché siano buoni”. Risultati, allora, a partire dalla gara di domani a Firenze: “Hanno cambiato allenatore, hanno giocatori con vari problemi, ma la Fiorentina mi piace”. Problemi fisici che hanno colpito anche la Roma, con dodici infortuni di tipo muscolare dall’inizio dell’anno: “Allenamenti troppo pesanti? Non credo, gli allenamenti saranno anche più pesanti. Anzi, più intensi. Dobbiamo volare, come la canzone”. Senza nascondere però una vena scaramantica, quando gli si fanno notare gli scarsi risultati sotto porta della Fiorentina: “Comentario lapidario, si dice in Spagna”. Abbastanza chiaro anche in italiano.

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