C’è gente che, si sa, non conosce vergogna. Uno di questi è l’ormai anzianissimoEmanuele Macaluso, direttore del Riformista, che oggi verga la seguente perla di saggezza sul quotidiano arancione che va in edicola a spese degli italiani: “Dai giornali: la Roma offre a De Rossi 6 milioni di euro l’anno, cinquecentomila netti al mese. De Rossi: ci voglio pensare. Giusto. A non pensare sono gli italiani” Ora, bisognerebbe ricordare che se Fourier nel Settecento ha scoperto il socialismo utopistico, e Marx nell’Ottocento ha scoperto il socialismo scientifico, a Macaluso va il merito di aver scoperto il socialismo ridicolo. Per avere una summa di chiacchiere da bar sugli stipendi dei calciatori non serviva certo rubarsi la bella cifretta di 2,2 milioni di euro l’anno nel 2008 di contributi pubblici (prima che l’autorità giustamente mettesse fine all’impiccio). Ma non è mica questo il punto. Il punto è che una società privata (sportiva) può pagare quanto vuole di stipendio ai suoi lavoratori, visto che – appunto – sono soldi suoi. Mentre Macaluso, come del resto è costume per lui e quelli come lui, sta facendo un giornale con i soldi nostri. E da quel pulpito si permette di parlare di De Rossi. Il quale almeno fa goal, ovvero produce e consuma. Mica mangia e basta, come i giornali editi da finti movimenti politici acquistati a zero euro perché tanto c’è lo Stato a passare a pagare il conto, alla fine. La meritocrazia in Italia: ce n’è più nei campi di calcio che nell’editoria.
Fonte: Giornalettismo.com