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CORRIERE DELLA SERA. Un altro Bologna manda a monte i piani della Roma

Luis Enrique

(L. Valdiserri) – Il 21 dicembre 2011 la Roma giocò a Bologna una gara perfetta: 2-0 e dominio in campo. Un mese più tardi i giallorossi hanno faticato a pareggiare in casa contro lo stesso avversario, perdendo quella che Luis Enrique stesso ha definito «una grande occasione» visti i risultati di Udinese, Inter e Napoli nella corsa all’Europa che conta. Cosa è cambiato in così poco tempo, in questa strana replica dovuta allo sciopero che fece saltare a fine agosto la prima di campionato? In sintesi,tre cose: 1) gli allenatori italiani possono fallire completamente una partita, difficilmente due; 2) le partite si «giocano» quasi sempre prima che l’arbitro fischi l’inizio; 3) ci sono limiti oggettivi, di qualità e di tempo, che rendono la Roma un bel progetto ma ancora da rifinire. Questo per dire che il risultato è stato giusto e che, anzi, se c’era una squadra che doveva vincere ieri era il Bologna. Pioli era stato contattato quest’estate da Walter Sabatini, che era rimasto molto colpito dalle idee dell’allenatore. Poi la Roma ha scelto Luis Enrique, ma Sabatini aveva consigliato Pioli al Palermo, dove purtroppo si era scontrato con le lune di Zamparini. Messo in gravissima difficoltà prima di Natale, ieri Pioli ha cambiato modulo e idea di gioco. Ha rischiato con la difesa a tre ma ha infoltito il controcampo e messo sempre pressione sulle fonti di gioco della Roma. Ne ha ricavato un punto, parecchie occasioni da gol e una buona prova di gruppo, con il giovane Taider sugli scudi. Ne sentiremo parlare, la Juve ne ha già preso la metà. Il gol di Di Vaio è arrivato alla terza clamorosa occasione. Non è stato un caso. La Roma ha fatto un passo indietro. Non è stata la squadra dove si difende in 11 e si attacca in 11, come vuole Luis Enrique. Non era quella delle quattro vittorie consecutive in campionato. Le polemiche dopo la «notte brava» di mercoledì hanno sicuramente affaticato la mente ancor più dei muscoli. Il migliore è stato Stekelenburg, sulla stessa linea di un Pjanic a cui vanno date più responsabilità sui calci piazzati: è stato studente di Juninho Pernambucano, a Lione. Si rigioca subito, dopodomani. Per la Roma può essere un’arma a doppio taglio: una vittoria a Cagliari sgonfierà la pressione, ma per vincere bisogna fare chiarezza su come ritornare la squadra dell’uno per tutti e tutti per uno.

 

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