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(R.Maida) Adesso, come succede per le tragedie vere, partirà la caccia al colpevole: sotto accusa finiranno Luis Enrique per aver lasciato ai giocatori undici giorni di vacanza e la società per aver ceduto Borriello, per giunta con regalo di addio. Ma siccome su certe scelte non si torna più indietro, la Roma può solo prendere atto della realtà: Daniel Osvaldo si è fatto male. Molto male. Domani, a 48 ore dall’infortunio, sarà sottoposto agli esami clinici ma i medici di Trigoria hanno già capito di cosa si tratta: lesione muscolare ai flessori della coscia destra. E’ interessata la parte posteriore della gamba quindi. Rimane solo da stabilire la profondità del danno. Se si trattasse di una lesione di secondo grado, Osvaldo non tornerebbe in campo prima di due mesi.
IL FATTO – E’ successo negli ultimi minuti dell’allenamento, poco prima delle 16. Osvaldo ha fatto uno scatto e poi ha tentato un colpo di tacco. Crac. Un urlo, un dolore fortissimo, mentre Sabatini sobbalzava a bordocampo. Il giocatore è stato portato in infermeria su una macchinetta elettrica e subito medicato: gli è stato applicato un bendaggio compressivo, che consente di limitare l’espansione dell’ematoma. E poi l’antica e inossidabile terapia del ghiaccio. Nel tardo pomeriggio Osvaldo è andato a casa aiutandosi con le stampelle, perché non riusciva a camminare. Un brutto, pessimo segno, che è stato assecondato dal cielo: mentre i romanisti lasciavano Trigoria, su Roma è cominciato a piovere.
FATALITA’ – C’era un modo di evitare la mazzata? «Non doveva fare il colpo di tacco» spiegano a Trigoria con una battuta, assicurando che l’intensità degli allenamenti o l’inattività non hanno inciso sull’infortunio. Peraltro i medici dello sport dicono che la zona dei muscoli flessori – la risonanza magnetica potrà individuare con precisione la zona interessata – è quella meno allenata e meno sollecitata nel calcio. Perciò viene attivata soltanto in occasione di movimenti sporadici: come un colpo di tacco, appunto, che per definizione è imprevedibile e fuori contesto.
CI RISIAMO – Però la coincidenza è dolorosa per la Roma. Dall’inizio della stagione, questo è il tredicesimo infortunio che coinvolge la coscia di un calciatore. In passato erano stati bloccati Cicinho e Kjaer (due volte ciascuno), Lobont, Greco, Pizarro, Totti, Borriello, Pjanic, Juan e Borini. Senza contare i problemi di De Rossi, che convive da un mese con un’infiammazione al muscolo adduttore: coscia anche qui (…)
E ORA? – Fatto sta che Luis Enrique perde il suo attaccante più pericoloso: nei primi quattro mesi di campionato Osvaldo aveva segnato sette gol, oltre alla rovesciata che gli è stata ingiustamente annullata contro il Lecce. E in vista del Chievo (ma non solo) il caposquadra deve trovare una soluzione alternativa. La logica lascia pensare alla promozione di Bojan, che nel tridente con Totti e Lamela consentirebbe alla Roma di insistere con il modulo più funzionale. Ma è anche possibile che Luis Enrique riproponga Pjanic nel ruolo di trequartista affidandosi alla coppia d’attacco Totti-Lamela, per nascondere in panchina una mossa utile nel secondo tempo. Anche perché Borini non è ancora pronto dopo oltre due mesi di assenza e Caprari è stato promesso al Pescara. Giocarsi la partita senza opzioni per cambiarla può essere svantaggioso.